Battesimo del Signore (A)
Isaia 40,1-5.9-11 • Salmo 103 • Tito 2,11-14;3,4-7 • Luca 3,15-16.21-22
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Appunti per l'omelia
Tutto il tempo di Natale riempie i nostri occhi dell'immagine del Bambino che è nato per noi. Questa solennità ancora ci riporta ai tanti volti di bambini che hanno ricevuto e riceveranno, magari proprio in coincidenza con essa, il sacramento del battesimo. Il Cristo è nato bambino, figlio del Padre, perché ogni uomo, ogni bambino possa rinascere come figlio suo. Abbiamo celebrato una nascita. Quando un bambino viene battezzato, quando noi fummo battezzati, abbiamo celebrato una rinascita. Ciò che è Gesù siamo diventati noi, riconoscendo una paternità e una maternità più grande: quella del Dio che è Padre e Madre.
Dare la vita è qualcosa di talmente grande da avvicinate l'uomo al Creatore. Ogni nascita, in questo senso, è celebrazione di Dio. Il vangelo odierno parla dell'apertura dei cieli: si vede Dio, appunto, nel battesimo di Gesù.
I cieli squarciati sono consolazione e vittoria sulla solitudine. È un evento che parla al cuore e raggiunge il centro della persona, la sua profondità. Se l'uomo potesse accogliere per fede come verità basilare della vita le parole che il Padre pronuncia per Cristo: «Questi è il mio figlio, l'amato», quale futuro potrebbe fare paura? L'amore speciale e indiviso conferisce al cuore pace e armonia. Dona all'esistenza una base solida su cui è possibile costruire. Tutto l'amore che il Padre esprime al Figlio è quanto silenziosamente il Figlio esprime per tutta l'umanità.
Lo specifico matteano, nel racconto odierno, è il dialogo serrato che si svolge tra Gesù e il Battista. Il Battista vuole impedire a Gesù di essere battezzato. Il motivo è lampante: il lavacro amministrato dal Battista è un gesto penitenziale. Gesù non ha peccati da farsi perdonare. Piuttosto, Giovanni avrebbe necessità di essere battezzato dall'Unto del Signore. Eppure, proprio mettersi in fila con i peccatori, stare dalla loro parte, è la garanzia del fatto che nessuno è escluso o abbandonato da Gesù. Il peccato è lontananza dell'uomo da Dio, non di Dio dall'uomo. Gesù è solidale con i peccatori, pur essendo senza peccato. La sua silenziosa marcia verso il Giordano, assieme ad altri uomini carichi delle loro colpe, ha precisamente questo significato. Il suo battesimo è una vera immersione, non soltanto nell'acqua del Giordano, ma nell'umanità bisognosa di salvezza. Neppure un capello del Figlio di Dio è rimasto indenne da questa immersione. Non è inutile osservare che Gesù compare sulla scena perdendo qualunque reputazione di uomo speciale. Quando noi facciamo del bene cresce la nostra onorabilità. Cristo ha rinunciato subito per noi alla propria: è stato confuso con un peccatore qualunque.
La risposta data a Giovanni è allora tanto spiazzate quanto coerente. Sono le prime parole di Gesù nel Vangelo di Matteo. Egli si rifà precisamente all'unica categoria che qui parrebbe esclusa in partenza, quella della giustizia. È ingiusto che colui che è senza peccato compia un gesto penitenziale. Eppure, proprio il gesto del Cristo spinge a rivisitare completamente il senso di questo termine, per noi così centrale. Il battesimo di Gesù compie ogni giustizia. Nella Bibbia, la giustizia è la fedeltà di un essere alla propria identità: non è dare a ciascuno il suo, ma permettere a tutti di essere ciò che sono. È una categoria relazionale: Dio è giusto quando si si comporta divinamente e quando permette alla creatura di essere tale. Allo stesso modo, la creatura è giusta verso Dio quando non si erge a Creatore ma mantiene il proprio ruolo. Una relazione giusta tra coniugi in famiglia, dunque, sarà, per fare un esempio, quella che permette a entrambi di esprimere la propria identità e il proprio ruolo nella coppia.
Ora Dio vuole manifestarsi a noi per ciò che è, e consentire a noi di divenire ciò che siamo nel suo eterno progetto: figli amati. Allora il Figlio di Dio, innocente, il Santo di Dio viene a confondersi con i peccatori. Il giudice non è più di fronte agli imputati. Si mischia fra loro. Rinuncia alla sua posizione per assumere quella del colpevole. In fondo, la crocifissione non sarà altro che questo: mentre l'Agnello innocente muore come uno schiavo ribelle, il peccatore vede dischiuse le porte del Paradiso. Se il Figlio di Dio viene a coincidere con il peccatore è perché il peccatore è amato da Dio come se fosse suo Figlio.
In questo senso il perdono è la massima espressione della giustizia di Dio e il battesimo di Gesù ne è l'annuncio.
La giustizia di Dio trova il suo compimento quando crea la giustizia dell'altro, attraverso il perdono, con un atto assolutamente sovrano e immotivato. Giovanni si arrende alla semplice frase di Gesù che spalanca l'intero orizzonte storico-salvifico in tutta la sua forza. La Trinità tutta si manifesta come agente ultimo di questa stessa salvezza. Lo Spirito congiunge Cristo al Padre indicando il beneplacito del Padre e l'identità del Figlio. I cieli si aprono ed è possibile vedere Dio. Gesù sale dalle acque, lo Spirito scende dal cielo. Cielo, terra, acqua, Dio e uomo sono finalmente uniti.
Il compiacimento del Padre racconta quanto il Figlio abbia assunto il peso del peccato del mondo. Gesù è l'eletto, il Figlio amato, proprio in questa prospettiva di obbedienza. Egli diverrà il servo, come lascia intuire Isaia nella prima lettura, di una giustizia che domanda di riplasmare tutte le relazioni umane secondo un nuovo principio, per cui l'amore e la giustizia non possono essere disgiunti, come se il primo fosse appannaggio delle persone caritatevoli, mentre la seconda impegnasse lo Stato e la società civile senza che sia doveroso per questi spingersi oltre.
Assumere la vita dell'altro è un compito che va oltre la giustizia. Se il Battista non lo comprende, sarà Gesù a mostrarlo attraverso la sua pasqua, luogo a cui l'uomo accede non perché è giusto, ma perché è reso giusto; ossia è di nuovo reso capace di muoversi verso il Padre con autentico spirito filiale.
(da Claudio Arletti, Il Tesoro e la Perla, Commento ai Vangeli festivi dell'anno A)
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Gesù... vide lo Spirito di Dio venire sopra di lui (Mt 3,16)
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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata - Anno A:
• Gesù venne da Giovanni per farsi battezzare (Mt 3,13) - (8/01/2017)
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• In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (12/01/2014)
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• In lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,17) - (9/01/2011)
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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata - Anni B e C:
• Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11) - (7/01/2018 - Anno B)
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• Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11) - (11/01/2015 – Anno B)
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• Vide lo Spirito discendere verso di lui (Mc 1,10) - (8/01/2012 – Anno B)
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• Lui vi battezzerà con lo Spirito Santo (Mc 1,8) - (9/01/2009 – Anno B)
(vai al post "Battezzati nello Spirito santo")
• Tu sei il Figlio mio, l'amato (Lc 1,11) - (13/01/2019 – Anno C)
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• In te ho posto il mio compiacimento (Lc 3,22) - (10/01/2016 – Anno C)
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• Tu sei il Figlio mio: l'amato (Lc 3,22) - (13/01/2013 – Anno C)
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Vedi anche i post Appunti per l'omelia (Anno A):
Per il Padre io come Gesù: Figlio amato (07/01/2017)
Siamo diventati Cristo (10/01/2014)
Vedi anche i post Appunti per l'omelia (Anni B e C):
Dal Giordano al Calvario: manifestazione dell'amore del Padre (06/01/2018 - Anno B)
Lo "sprofondare" del Figlio di Dio… per farci figli (09/01/2015 - Anno B)
Il Compiacimento del Padre (07/01/2012 - Anno B)
Figli amati, come Gesù (11/01/2019 - Anno C)
L'aprirsi del Cielo (08/01/2016 – Anno C)
Essere scelti dall'amore eterno di Dio (11/1/2013 – Anno C)
Commenti alla Parola (Anno A):
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2020)
• di Cettina Militello (VP 11.2016)
• di Gianni Cavagnoli (VP 11.2013)
• di Marinella Perroni (VP 11.2010)
Vedi anche Commenti alla Parola (Anni B e C):
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018 - Anno B)
• di Luigi Vari (VP 1.2015 – Anno B)
• di Marinella Perroni (VP 1.2012 – Anno B)
• di Claudio Arletti (VP 1.2009 – Anno B)
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2019 – Anno C)
• di Luigi Vari (VP 11.2015 – Anno C)
• di Marinella Perroni (VP 11.2012 – Anno C)
• di Claudio Arletti (VP 11.2009 – Anno C)
• di Enzo Bianchi (Anno A)
• di Enzo Bianchi (Anno B)
• di Enzo Bianchi (Anno C)
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno A)
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno B)
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano (Anno C)
• di Letture Patristiche della Domenica (Anno B)
• di Letture Patristiche della Domenica (Anno C)
(Illustrazione di Bernadette Lopez)
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