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venerdì 3 gennaio 2014

Figli della Luce, generati dalla Parola


2a domenica dopo Natale (A)

Appunti per l'omelia

L'evangelista Giovanni nel prologo del suo Vangelo, riproposto per questa domenica, ci presenta quasi una sintesi anticipata dell'intero suo messaggio evangelico.
Qui tutta l'attenzione è concentrata sul Protagonista assoluto che è Gesù e sul dono della salvezza che Egli ci offre. Egli è presentato con vari titoli, Gesù Cristo… il Figlio Unigenito… Dio… Luce… Vita… In modo particolare Egli è il Verbo, la Parola.
Perché la Parola? Noi, attraverso la parola, comunichiamo con gli altri, ci facciamo conoscere, realizziamo un rapporto, costruiamo un'amicizia. Così Dio ha parlato e parla in diverse maniere: la realtà creata, la Legge di Mosè, i profeti... Ma in modo perfetto Dio ha parlato a noi in Gesù. Egli è la rivelazione palpabile di Dio Amore. È la Parola ultima e definitiva con cui Dio si manifesta, è il Rivelatore di Dio, la suprema Rivelazione di Dio. Per questo Egli è chiamato la Parola!
«In principio era il Verbo». Quando non c'era ancora nulla e Dio cominciò a creare l'universo, esisteva la Parola, prima del tempo, da sempre. Esisteva non da sola, solitaria, ma in compagnia: «e la Parola era presso Dio», cioè accanto a Lui e distinta da Lui, "rivolta verso Dio", in una relazione d'amore. «E il Verbo era Dio», distinto da Dio, ma sullo stesso piano, di uguale natura.
«Tutto è stato fatto per mezzo di Lui», dalla creazione del mondo a tutti gli interventi di Dio nella storia… «In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini». In Lui, nel Verbo incarnato, c'è la pienezza traboccante della vita, luce piena; e tale pienezza è per tutti gli uomini. La sua vita in Dio e con Dio non è rimasta nascosta ma si è rivelata e si è comunicata: «la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno vinta», nonostante il dominio del Maligno.
E «veniva nel mondo la Luce vera». Gesù, come un sole che sorge per ogni uomo della terra, lo illumina e lo salva, se egli lo accetta. Ecco, appunto, il fatto tragico e incomprensibile: il Verbo - che è Luce e Vita per gli uomini - è presente nel mondo, tra i suoi, e gli uomini, i suoi, lo rifiutano. Un paradosso scandaloso che perdura. Ma «a quanti lo hanno accolto... a quelli che credono... ha dato potere di diventare figli di Dio», generati da Dio.
Sì, perché il «Verbo si fece carne»! C'è una distanza abissale fra questi due estremi: da una parte il "Verbo", colui che da sempre era con Dio, Dio egli stesso, creatore; dall'altra la "carne", cioè l'uomo debole, fragile e mortale. L'amore li ha congiunti!
«E venne ad abitare in mezzo a noi», "piantò la sua tenda" in mezzo a noi, si fece uno dei miliardi di uomini che, come nomadi, sono passati e passeranno sulla terra. Ma soprattutto la sua umanità è il luogo della dimora di Dio tra gli uomini. Ormai Dio si fa incontrare in quest'uomo, che è Dio stesso divenuto uomo. In Lui i credenti possono riconoscere la sua «gloria», la sua realtà di Figlio di Dio, «pieno di grazia e di verità»: «dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia». È la grazia della "Verità", della rivelazione su Dio Amore che Gesù offre, che Gesù è: «Il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che lo ha rivelato».



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Il Verbo venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)


Commenti alla Parola:
  di Gianni Cavagnoli (VP 2013)
  di Marinella Perroni (VP 2010)
  di Enzo Bianchi


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