29a domenica del Tempo ordinario (C)
Esodo 17,8-13 • Salmo 120 • 2 Timoteo 3,14-4,2 • Luca 18,1-8
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Appunti per l'omelia
Perché pregare? Che senso ha pregare? Pregare è forzare Dio a fare la nostra volontà?
Il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?
È Gesù risorto che si rivolge ai cristiani delle comunità di Luca: è alle loro domande che Luca vuole dare una risposta. Siamo negli anni 80 e in Asia Minore è iniziata la persecuzione: Domiziano pretende che tutti lo adorino come un dio. L'istituzione religiosa pagana si è adeguata, i cristiani no. Non possono inchinarsi al dio Domiziano e per questo subiscono angherie e discriminazioni.
Ora risulta chiaro chi è la vedova della parabola: è la Chiesa di Luca, alla quale è stato sottratto lo sposo e che attende il suo ritorno. La tentazione, per i cristiani, è lo scoraggiamento e la sfiducia di fronte alla lunga attesa dello sposo che tarda a manifestarsi.
La frase non si riferisce, infatti, alla fine del mondo, ma alla venuta di Gesù in questo mondo. Di fronte all'inspiegabile lentezza del giudice, la vedova avrebbe potuto rassegnarsi e disperare di poter un giorno ottenere giustizia.
Il Signore mette in guardia la comunità cristiana contro il pericolo dello scoraggiamento, della rassegnazione. Egli viene certamente (Li farà aspettare a lungo?), ma trova i suoi, cioè noi, pronti ad accoglierlo? Di qui l'invito a chiedere: "Signore, aumenta la nostra fede".
La vedova, nella Bibbia, è il simbolo della persona indifesa, esposta ai soprusi, che non può ricorrere a nessuno se non al Signore. Non ha soldi per pagare l'avvocato; ha in mano solo una carta e la gioca: importunare il giudice.
Chi rappresenta il giudice? Rappresenta la situazione insostenibile nella quale vengono a trovarsi i discepoli in questo mondo, che sembra a volte dominato dal maligno ed è segnato dalla morte.
Oggi questa situazione insostenibile è rappresentata dai soprusi, dalle violenze, dalle frodi ai più poveri, dalle guerre che nascondono interessi. E anche da quegli avvenimenti inspiegabili che ci turbano e che sono contrari al nostro anelito di vita.
La preghiera non va identificata con la monotona ripetizione di formule che snervano chi le recita, il prossimo che ascolta e … forse anche Dio! Pregare sempre significa allora non prendere alcuna decisione senza prima aver "consultato" il Padre, alla maniera di Gesù, senza chiedere allo Spirito di "suggerirci" qual è la "volontà di Dio".
In concreto, i nemici della vita, che si chiamano passioni, reazioni istintive, prendono il sopravvento. È questo rapporto con Dio che ci permette di controllare l'impazienza, ci impedisce di forzare le coscienze e ci insegna a rispettare le persone…
Intesa così la preghiera, si può comprendere quel detto: "Chi prega si salva, chi non prega si danna". Pregare sempre coincide allora con il cercare di "essere Gesù" momento per momento.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Necessità di pregare sempre, senza stancarsi (Lc 18,1)
(vai al testo…)
PDF formato A4, stampa f/r per A5:
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• È necessario pregare sempre (cf Lc 18,1) - (16/10/2016)
(vai al testo)
• L'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona (2Tm 3,17) - (20/10/2013)
( vai al testo…)
• Annuncia la Parola (2Tm 4,2) - (15/10/2010)
(vai al post "Annuncio e preghiera")
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
• La preghiera: il respiro della vita (14/10/2016)
• La perseveranza nella preghiera (18/10/2013)
Commenti alla Parola:
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 9.2019)
• di Cettina Militello (VP 8.2016)
• di Marinella Perroni (VP 8.2013)
• di Claudio Arletti (VP 8.2010)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
• di Letture Patristiche della Domenica
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