5a domenica di Quaresima (C)
Isaia 43,16-21 • Salmo 125 • Filippesi 3,8-14 • Giovanni 8,1-11
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Appunti per l'omelia
Gli condussero una donna sorpresa in adulterio
Ma il "socio" dov'è? L'aggressività, la violenza, le passioni si sfogano troppo spesso sui più deboli.
La legge puniva l'adulterio con la morte, anche se in pratica i giudici non erano così severi. Però, anche se non c'è l'esecuzione, si vuole sottolineare la gravità del crimine. La stessa condanna, poi, era prevista per chi percuote suo padre o sua madre (cfr. Es 21, 25).
Ma chi erano i componenti della "buon costume" di Gerusalemme? Perché godono nel mettere in pubblico i peccati altrui? (Sembra di vedere certi scoop giornalistici odierni!).
Qualcuno di questo gruppo fa una proposta: e se conducessimo questa donna dal Galileo? Lui che sta sempre dalla loro parte? Vedrete come sarà imbarazzato!
Anche oggi questa pagina di vangelo non può lasciare tranquilli: nessuno può arrogarsi il diritto di scagliare "pietre", diffamando, isolando, pronunciando giudizi severi, alimentando diffidenze, diffondendo pettegolezzi.
Ora Mose, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa
Gesù potrebbe togliersi dall'impiccio in modo semplice, invitando gli accusatori a rivolgersi al tribunale del Sinedrio, non molto lontano. Questo, però, significherebbe abbandonare la donna. E, proprio per questo, si compromette: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». I componenti della "buon costume" incominciano a non sentirsi più a loro agio: sono stati smascherati, è stata messa a nudo la loro ipocrisia. Se ne vanno tutti; con gli accusatori, anche la folla e i discepoli.
Solo Gesù rimane per pronunciare la sua sentenza: nessuna condanna! Alzato il capo, con la dolcezza del suo sguardo, comunica alla donna la "tenerezza" di Dio, che invita sempre a riscoprire dentro di sé la "potenzialità di bene": «Va' e d'ora in poi non peccare più». E "questa potenzialità di bene" è sempre più grande del male compiuto.
Allora: comportarsi bene o male è la stessa cosa? Il peccato è grave, non tanto perché "offende" Dio, ma perché "distrugge" la persona umana, come il giovane scappato di casa, del vangelo di domenica scorsa, che non si riconosce più come "figlio". Gesù lo sottolinea: «D'ora in poi non peccare più». Gesù odia il peccato, ma non condanna chi sbaglia, non aggiunge altro male a quello che la persona si è già procurato.
Possiamo chiederci: Quanto crediamo al "perdono" che rinnova? Se non ci sentiamo "rinnovati", è facile che non vediamo questa possibilità negli altri e rischiamo di "uccidere" con condanne senza appello!
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Gesù disse: neanch'io ti condanno (Gv 8,11)
(vai al testo…)
PDF formato A4, stampa f/r per A5:
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• Va' e d'ora in poi non peccare più (Gv 8,11) - (13/03/2016)
(vai al testo)
• Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra (Gv 8,7) - (17/03/2013)
( vai al testo…)
• D'ora in poi non peccare più (Gv 8,11) - (19/03/2010)
(vai al post "Sentirsi veramente amati")
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
• Gesù apre le porte delle nostre prigioni (11/03/2016)
• Il perdono, riabilitazione e rinascita (15/03/2013)
Commenti alla Parola:
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2019)
• di Luigi Vari (VP 2.2016)
• di Marinella Perroni (VP 2.2013)
• di Claudio Arletti (VP 2.2010)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
(Illustrazione di Maria Cavazzini Fortini)
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