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venerdì 19 marzo 2010

Sentirsi veramente amati

21 marzo 2010 – 5a domenica di Quaresima (C)

Parola da vivere

D'ora in poi non peccare più (Gv 8,11)


"Ecco, faccio una cosa nuova..." (Is 43,19).
Dio è colui che fa sempre "una cosa nuova".
In un clima di disorientamento, incertezza, sfiducia, non ci sono spiegazioni e risposte sicure, la fede vissuta però ci dà sicurezza: Qualcuno non ci perde di vista.
Gesù ci apre una strada nuova: la salvezza! Paolo, nella lettera ai filippesi, parla della sua personale "novità" in seguito all'incontro con Gesù Cristo. Il suo è un autentico "miracolo di Pasqua": lo fa uscire da se stesso, dal proprio orgoglio, acquista occhi e cuore nuovi, incontra il Risorto e - di conseguenza - vive una vita nuova.
La novità è presente anche nella pagina del Vangelo. L'adultera, nell'incontro con Gesù: "Donna - le dice - dove sono i tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?".
"Nessuno, Signore", risponde la donna. "Neanche io ti condanno".
Stupita di tanto amore, si sente amata e perdonata: è ora una creatura nuova, capace a sua volta di amare e perdonare.


Testimonianza di Parola vissuta


Avevo 17 anni quando, aspettando un figlio, mi sono sposata: dopo dieci faticosi anni ho divorziato. Ho incontrato poi Marco, il mio attuale compagno. A questo fallimento, si aggiungeva la consapevolezza che finiva anche un rapporto chiaro con la Chiesa e forse con Dio: come divorziata non sarei più stata ben accetta in Chiesa.
Che cosa sarei stata se un prete non mi avesse detto: "Dio ti ama immensamente, anche così come sei?". Se non mi avesse tenuto in Chiesa nonostante la mia condizione? Ho sentito che nella parrocchia c'era un posto anche per me. E da qui è ripreso il mio cammino di fede. Il primo frutto è stato l'insorgere in me dell'esigenza della preghiera, della Messa e perfino del Rosario. La mia vita è cambiata e con la mia anche quella di Marco e di mio figlio Lorenzo.
Ho scoperto che anche tutto il dolore passato aveva un senso, era legato al grido di Gesù in croce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". A quel grido ho legato la sofferenza di non poter ricevere l'Eucarestia, ho legato il rivedere il mio precedente matrimonio al tribunale ecclesiastico. Le esperienze compiute mi sono preziose nel Gruppo del Vangelo dove sono tanti quelli che stanno vivendo ora quello che io ho vissuto in precedenza.

(Cecilia, Modena)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)

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