Questo Blog continua nella nuova versione
venuto per servire
(clicca qui per entrare)


lunedì 29 aprile 2019

Realizzare ciò che a Gesù sta più a cuore


"Rilettura", alla fine del mese, della Parola di Vita di aprile.

«Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri» (Gv 13,14).

Il servizio è il modo in cui il nostro amore può raggiungere tutte le persone. E la vera gioia nasce nei nostri cuori; una gioia inspiegabile che deriva dal fatto che abbiamo cercato di imitare Gesù. Possiamo essere quindi la continuazione di Lui che è venuto nel mondo per servire. Attraverso di noi continua a servire le persone, a toccarle e guarirle con il suo amore.
Le persone che hanno vissuto e vivono solo per servire gli altri sono persone felici. Perché servire, sull'esempio di Gesù, è fonte di gioia perenne.
Dobbiamo essere, infatti, annunciatori dell'amore servendo i fratelli. Annuncio e servizio: due azioni che non possono essere praticate separatamente da coloro che vogliono essere messaggeri dell'amore. È stato l'esempio che Gesù ci ha lasciato prima di mandarci in missione come annunciatori dell'amore: «Amatevi come io vi ho amato» … «Non sono venuto per essere servito…».
Giorno dopo giorno, durante tutta la sua vita terrena, Gesù si è spogliato di ogni segno della sua grandezza… pronto a dare la sua vita sulla croce.
Agire prima di parlare rende la nostra testimonianza vera, cercando di essere annunciatori dell'amore prima con gesti concreti e poi con le parole. Di conseguenza, l'amore di servizio ci spinge ad aiutare concretamente senza aspettare ricompense. La gratuità dei nostri gesti rivela l'immenso amore di Dio per ciascuna persona che avviciniamo, perché ogni gesto di amore gratuito viene da Dio e a Lui ritorna attraverso i fratelli.
Se si ama con purezza di cuore è perché l'essenza del divino, presente in tutti, ci sprona a fare il bene. Assumendo in me le difficoltà del prossimo, trovo poi le mie risolte o alleggerite. L'amore realizza il miracolo della comunione, così come succede con un liquido in vasi comunicanti. La premessa perché questo "fenomeno" accada è aiutare concretamente senza aspettare ricompense.
Questo modo di agire ci rende sensibili ai bisogni di chi ci passa accanto. Ora, la miglior strategia per sviluppare la sensibilità ai bisogni dell'altro è il "farsi uno", mettersi, cioè, al suo posto, vedere il problema dal suo punto di vista. Questo ci porta a fare per l'altro ciò che vorremmo fosse fatto a noi se ci trovassimo nella stessa situazione. Quando arriviamo a vedere la vita dalla prospettiva dell'altro, il mondo intorno a noi diventa un luogo più vicino e più simile al Paradiso dove l'unica legge è l'amore reciproco.
Il nostro impegno allora è quello di servire il prossimo con dedizione. I cristiani, che ricevono la rivelazione dell'amore di Dio attraverso la vita e le parole di Gesù, hanno un "debito" verso gli altri: imitare Gesù accogliendo e servendo i fratelli, per essere a loro volta annunciatori dell'Amore. I cristiani sono chiamati ad essere sacramento di amore, di solidarietà e di giustizia. È necessaria una disposizione permanente che si manifesti in scelte e gesti concreti, evitando ogni atteggiamento paternalista. Ci viene chiesto di dedicare tempo ai poveri, di dare loro una attenzione amorevole, di ascoltarli con interesse, di sceglierli come compagni, cercando insieme come trasformare la loro situazione. La nostra sensibilità si svilupperà e andremo per il mondo servendo con dedizione chiunque incontreremo.
Poi, servirci reciprocamente. Gesù ci ha lasciato l'esempio quando ha lavato i piedi agli apostoli e ci ha chiesto di fare lo stesso tra di noi, cioè, servirci reciprocamente. Più siamo consapevoli di chi siamo, più dobbiamo renderci conto che ci realizzeremo pienamente solo se ci mettiamo al servizio gli uni degli altri. È quella carità vera, piena, quella che porta alla reciprocità, che porta all'unità! L'imitazione che Gesù ci chiede non consiste nel ripetere pedestremente il suo gesto, anche se dobbiamo averlo sempre dinanzi a noi come luminosissimo e impareggiabile esempio. Imitare Gesù significa comprendere che noi cristiani abbiamo senso solo se viviamo "per gli altri", se concepiamo la nostra esistenza come un servizio ai fratelli… Allora avremo realizzato ciò che a Gesù sta più a cuore.

Nessun commento:

Posta un commento