30a domenica del Tempo Ordinario (B)
Geremia 31,7-9 • Salmo 125 • Ebrei 5,1-6 • Marco 10,46-52
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Appunti per l'omelia
Lo rimproveravano … ma egli gridava ancora più forte
Nelle domeniche precedenti Gesù ci ha fatto vedere come far nostro il suo stile di vita: amore gratuito, rinuncia ai beni e a ogni ambizione, servizio disinteressato ai fratelli.
Ora Gesù sta per compiere l'ultimo tratto del cammino verso Gerusalemme e c'è molta folla che lo accompagna. Come mai? Hanno capito il suo messaggio o no? La loro condizione è simile a quella dei ciechi. A Gerico, Gesù guarisce il cieco Bartimeo, immagine del discepolo che finalmente apre gli occhi alla luce del Maestro e decide di seguirlo lungo la via.
La folla tiene lontano il cieco da Gesù. Anche oggi il modo di vivere e di pensare tipico di una certa cultura ostacola l'incontro con Gesù e rende più difficile accogliere il Vangelo come "luce" di vita.
«C'è un'ondata di illuminismo e laicismo per la quale è valido solo ciò che è sperimentabile. Dio è escluso dalla cultura e sembra divenuto superfluo. L'uomo è considerato semplice prodotto della natura… C'è l'esclusione di ogni principio morale. Non si risponde più alle domande fondamentali sul senso e sulla direzione della vita» (Giovanni Paolo II).
Seguire Gesù richiede, come sempre, coraggio: come il cieco, possiamo essere invitati a "gridare più forte" e andare controcorrente.
Ci è chiesto di sostenere, privatamente e pubblicamente, il pensiero di Gesù sul bisogno di Dio, il rispetto della vita, il perdono, l'amore nel matrimonio, la vita nell'aldilà...
Vide di nuovo e lo seguiva
Il cieco non solo è guarito, ma diventa discepolo. Trova non solo la "luce" degli occhi, ma la "luce" del cuore e della mente. Capisce chi è Gesù e decide di lasciarsi guidare da Lui.
«All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, con la persona di Gesù. In Lui Dio si fa uno di noi e addirittura sacrifica la sua vita per noi. Nella morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso, nel quale Egli si dona per rialzare l'uomo e salvarlo. Si manifesta cosa significhi che Dio è amore e si comprende anche come debba definirsi l'amore autentico» (cf. Benedetto XVI).
La decisione di affidarsi a Gesù scatta quando si scopre che Dio è Amore e in lui troviamo il "senso" dell'esistenza. A volte le persone non rifiutano Dio, ma una falsa idea di Dio.
Gesù ci chiede di lasciarci aprire gli occhi, ascoltando e vivendo la sua Parola: più conosciamo e viviamo il Vangelo, la "bella" notizia, più scopriamo il Padre che, in Gesù, ci ama e ci invita ad amare.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Rabbunì, che io veda di nuovo! (Mc 10,51)
(vai al testo…)
PDF formato A4, stampa f/r per A5:
Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
• Coraggio! Alzati, ti chiama! (Mc 10,49) - (25/10/2015)
(vai al testo…)
• Che cosa vuoi che io faccia per te? (Mc 10,51) - (28/10/2012)
(vai al testo…)
• Coraggio! Alzati, ti chiama! (Mc 10,49) - (23/10/2009)
(vai al post "L'incontro con Gesù")
Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• Nel buio… Qualcuno ti chiama! (23/10/2015)
• Credere è "vedere", ma soprattutto "seguire" (26/10/2012)
Commenti alla Parola:
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 9.2018)
• di Luigi Vari (VP 8.2015)
• di Marinella Perroni (VP 8.2012)
• di Claudio Arletti (VP 8.2009)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
(Illustrazione di Stefano Pachì)
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