29a domenica del Tempo ordinario (B)
Isaia 53,2-3.10-11 • Salmo 32 • Ebrei 4,14-16 • Marco 10,35-45
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Appunti per l'omelia
Vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiediamo
Giovanni, il discepolo preferito, il più spirituale, chiede di occupare il primo posto, lui e suo fratello. E gli altri dieci compagni immediatamente si ribellano, unanimi nella gelosia, probabilmente perché avrebbero voluto chiederlo loro! Ed è come se finora Gesù avesse parlato a vuoto: «Non sapete quello che chiedete», quale mondo sbagliato generate con questa volontà di potenza! E spalanca l'alternativa cristiana: I grandi della terra dominano e opprimono gli altri. Tra voi però non è così!
I governanti delle nazioni credono di dirigere il mondo con la forza... voi non sarete così! Gesù prende le radici del potere e le capovolge al sole e all'aria.
Chi vuole diventare grande…
Gesù non condanna questo desiderio, anzi lui stesso promette una grandezza, non vuole con sé uomini umiliati o schiavi, ma che diventino grandi, regali, nobili, fieri, liberi, prendendosi cura della felicità dell'altro.
Sia il servitore di tutti…
Il servizio, il nome esigente dell'amore, il nome nuovo della civiltà. Anzi, il nome di Dio: Non sono venuto per farmi servire, ma per essere servo. La più sorprendente di tutte le definizioni di Gesù! Parole che danno una vertigine: Dio mio servitore! Vanno a pezzi le vecchie idee su Dio e sull'uomo: Dio non è il Padrone dell'universo, il Signore dei signori, il Re dei re, è il servo di tutti. Non tiene il mondo ai suoi piedi, è inginocchiato lui ai piedi delle sue creature; non ha troni, cinge un asciugamano, si inchina davanti a me, e i miei piedi sono fra le sue mani.
E possiamo immaginare un'umanità dove ognuno corre ai piedi dell'altro? E si inchina non davanti ai potenti del mondo, ma davanti all'ultimo?
Pensiamo attentamente a che cosa significhi avere un Dio nostro servitore. Il padrone fa paura, il servo no. Cristo ci libera dalla paura delle paure: quella di Dio. Il padrone giudica e punisce, il servo no, sostiene, non spezza la canna incrinata ma la fascia come fosse un cuore ferito.
Gesù capovolge l'immagine tradizionale di Dio, le dà una bellezza che stordisce: siamo stati creati per essere amati e serviti da Dio, qui e per sempre. Non sono io che esisto per Dio, ma è Dio che esiste per me, in funzione di me, per amarmi, per servirmi, per conoscermi, per lasciarsi stupire da me…, da questi imprevedibili, liberi, splendidi, talvolta meschini figli che noi siamo.
Se Dio è nostro servitore, chi sarà nostro padrone?
Il credente non ha nessun padrone, eppure è servo di ogni uomo. E non come riserva di viltà, ma come grandezza d'animo, come prodigio di coraggio.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore (Mc 10,44)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa f/r per A5)
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (21/10/2012)
È venuto per servire e dare la propria vita (Mc 10,45)
(vai al testo)
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Un servizio secondo lo stile di Gesù (19/10/2012)
Commenti alla Parola:
• di Luigi Vari (VP 2015)
• di Marinella Perroni (VP 2012)
• di Claudio Arletti (VP 2009)
• di Enzo Bianchi
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