Quando nell'ambiente in cui vivo, nella comunità che sono chiamato a servire, ci sono tensioni e l'armonia e l'unità si sono appannate, capisco che quello è il posto che devo preferire, il servizio all'unità ed alla fraternità che mi viene chiesto. Può essere un posto scomodo, ma è l'unico che può portare frutto. Amare quel dolore, riconoscervi il volto di Gesù, "stare" in quella spaccatura perché si ricomponga l'unità.
È un allenamento continuo e salutare… È un preferire, fra le varie situazioni, quelle meno piacevoli, perché è lì che ritrovo il Volto di Gesù, di quel Gesù - che è il tutto della mia vita - che ho scelto!
Scrive Chiara Lubich: «Se ognuno di noi amerà quanti lo circondano come farebbe Gesù, da ognuno di noi partirà la scintilla della rivoluzione cristiana, la quale consiste nel costringere con l'amore gli uomini a riconoscersi fratelli e trattarsi come tali. Allora cambieranno tante cose. La mia famiglia sarà l'umanità, come disse Gesù: "Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la Parola di Dio". E passando per le strade del mondo, ci accorgeremo che gli uomini non solo sono uomini, ma figli di Dio. Tutti uno!».
È riconoscersi fratelli!
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