Ho partecipato con mia moglie al Convegno nazionale dei diaconi, promosso dalla Comunità del Diaconato in Italia, svoltosi dal 5 all'8 agosto a Campobasso.
Non siamo estranei ad esperienze di questo genere, ma questa volta il Convegno è stato coinvolgente in tutti i sensi, bello, che ci ha colmato l'anima di riconoscenza per il dono del diaconato.
Ospitati in modo eccellente dalla diocesi di Campobasso Bojano, abbiamo sperimentato la vicinanza del vescovo padre Giancarlo Bregantini, una vicinanza non solo fisica (era presente a tutto il Convegno, facendoci da guida alla visita alla città ed alle sue chiese), ma soprattutto spirituale: un padre che ha veramente a cuore tutti.
Erano presenti 250 i partecipanti da 70 diocesi d'Italia: oltre ai diaconi, 75 mogli ed una quindicina di delegati vescovili.
Il tema: La famiglia del diacono "scuola di umanità". Tema molto importante e di estrema attualità.
Ecco in sintesi alcuni temi:
• L'introduzione di don Giuseppe Bellia, direttore della rivista Il Diaconato in Italia, ha posto l'accento sulla Diaconia, volto umano di Dio. È Dio che si rivela! Un servizio che parte dalla "conoscenza" di Gesù Cristo: prima, infatti, viene Cristo, poi viene la diaconia. Perché, nel servizio, non è tanto quello che si fa o viene permesso di fare, ma quello che si è, nel nostro rapporto vitale, gioioso con Cristo. Così, la "casa" del diacono diventa il primo luogo della diaconia e scuola per ogni altra diaconia.
• La relazione del dott. Giancarlo Brunelli, direttore de Il Regno Attualità e Documenti, EDB, sul tema Dal Sinodo sulla Famiglia al Convegno ecclesiale di Firenze: cammino della Chiesa tra Sinodalità e Misericordia. Un commento dei cinque verbi, delle cinque vie, per il cammino della Chiesa (Uscire, Annunciare, Abitare, Educare, Trasfigurare), applicati alla diaconia del diacono e della sua famiglia.
• La relazione di mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano e Membro della Commissione Episcopale per il Clero e la Vita consacrata, sul tema La famiglia del diacono scuola di umanità. La famiglia del diacono: una famiglia sì come tutte le altre, con le sue gioie e le sue sofferenze, ma con una "attenzione" in più nell'accoglienza (prima dentro e poi fuori), con una "tenerezza" che esprima un luogo di "guarigione" per la possibilità di accoglierci veramente come siamo, dove l'arte del dialogo si fa prossimità, è un vivere "accanto" e non "insieme": famiglia che si incontra…
• La relazione del card. Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione del Clero, sul tema La visione e le aspettative sul diaconato nell'insegnamento pontificio. Dopo una mirabile sintesi storica del diaconato fino al suo ripristino nel Vaticano II, il cardinale ha focalizzato alcuni spunti attuativi per le diocesi, quali in primis l'atto di nomina, un atto non solo formale, ma identificante, sia del luogo che dell'incarico specifico, in analogia con i presbiteri, anche se per i diaconi non è ancora così evidente in molte diocesi. Si è messo l'accento sul rischio della supplenza per mancanza di presbiteri, perché può far perdere la specificità degli ambiti propri del diacono, soprattutto nel rapporto con il mondo (rapporto poco valorizzato ma specificatamente diaconale), quale presenza qualificata della Chiesa.
• La relazione, l'ultimo giorno, di padre Raniero Cantalamessa, sul tema Il diacono servitore di Cristo. Esposizione sapienziale della diaconia evangelica, quale premessa per ogni diaconia, anche ordinata, ("A cosa mi serve essere diacono, se non ho l'animo diaconale?"), sull'esempio di Gesù ("Vi ha dato l'esempio, perché anche voi facciate altrettanto…"): nell'essere servitore è riassunto tutto il senso della vita di Gesù. Nella Chiesa il carisma è in funzione della diaconia, perché un carisma senza servizio è un "talento sotterrato": la Chiesa è carismatica per essere diaconale, dove il servizio scaturisce non dal fare ma dalla Carità, dall'Agape… come Dio; dal "farsi piccolo per amore" di Dio, dal suo "discendere", perché Dio non può che "scendere". Una grandezza che si esprime nel servizio! È un servizio, quello del discepolo che ha per beneficiario il prossimo e per destinatario Dio, come Cristo, che "ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore".
Belle le testimonianze che sono state offerte, in particolare quelle dei tre fratelli Buccarella, diaconi della diocesi di Roma con le loro spose; quella di Giuseppe Colona, sempre della diocesi di Roma che ha raccontato dell'esperienza della missione dei diaconi romani in Perù; di Francesco Portes e di sua moglie, brasiliani: lui vicepresidente del Consiglio Nazionale per i diaconi del Brasile; ed altre.
Interessanti, infine, i vari gruppi di studio nei quali si è potuto approfondire quanto esposto nelle relazioni e, soprattutto, comunicarci esperienze personali e delle proprie diocesi. Di particolare importanza è stato lo spazio riservato alle mogli dei diaconi in un loro specifico incontro di scambio di esperienze e di una maggior presa di coscienza della propria identità accanto ai mariti diaconi.
Le relazioni in sala erano intercalate da momenti di preghiera: la veglia per la solennità della Trasfigurazione presso la Chiesa della Madonna dei Monti; la visita al Santuario dell'Addolorata di Castelpetroso; la santa Messa nella cattedrale di Campobasso…
La Regione Molise ha voluto offrire ai convegnisti una serata festosa nella piazza di Sepino, comune non distante da Campobasso.
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