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sabato 28 marzo 2015

La potenza dell'amore


Domenica delle Palme (B)
Isaia 50,4-7 • Sal 21 • Filippesi 2,6-11 • Marco 14,1-15,47
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Con la Domenica delle Palme inizia la Settimana Santa. Gli evangelisti dedicano un notevole spazio alla passione, morte e risurrezione di Gesù.
Professarsi seguaci di un Crocifisso era una follia, una vergogna, una scelta contraria al buon senso. Paolo scrive: «I giudei domandano miracoli e i greci cercano la sapienza; ma noi, noi predichiamo un Cristo crocifisso, scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani» (1Cor 1,22-23). Fin dagli inizi della loro storia, i cristiani hanno scelto dei simboli della loro fede. Sulle tombe troviamo l'ancora, il pesce, il pescatore, il pastore, ma non la croce. Per lungo tempo hanno mostrato, per così dire, un certo pudore a riconoscersi nella croce. Solo nel IV secolo d.C. divenne il simbolo per eccellenza e si cominciò a fabbricare croci con i metalli più preziosi.
Durante la settimana santa, questo simbolo viene proposto alla nostra contemplazione. Venerare la croce non significa inchinarsi di fronte a un oggetto materiale e neppure soffermarsi sull'aspetto "doloristico" della passione di Gesù. La croce indica una scelta di vita, quella del dono di sé. Contemplarla vuol dire credere alla "potenza" dell'amore e prenderla come punto di riferimento di ogni scelta e decisione.

Alcuni aspetti specifici del vangelo di Marco:

* Gesù non reagisce al bacio di Giuda e al gesto violento compiuto da uno dei presenti. Marco rileva questo fatto per sostenere la fede dei cristiani delle sue comunità duramente provate dalla persecuzione. Anche loro, come Gesù, sono chiamate a confrontarsi con falsità, ipocrisie, violenze. Il discepolo che, come Pietro, ritiene di poter risolvere le ingiustizie ricorrendo alla violenza, in realtà complica soltanto la situazione;

* Gesù reagisce molto "umanamente" di fronte alla sofferenza e alla morte: «Cominciò a sentire grande spavento e angoscia». La nostra umanità non è "sublimata" in uno sforzo eroico di "obbedienza" ad un disegno strano, ma scopre la forza di un amore più grande della sofferenza e della morte;

* Gesù fa l'esperienza dell'impotenza, del fallimento nella lotta contro l'ingiustizia, la menzogna, l'oppressione. Chi si impegna a vivere con coerenza la fede in Gesù, deve mettere in conto anche il sentirsi "abbandonato" da Dio e il chiedersi se vale la pena di "combattere" contro il male. Gesù crocifisso e abbandonato, che trasforma il dolore in amore, diventa luce, riferimento, sostegno, speranza;

* «Veramente quest'uomo era figlio di Dio», professa il centurione di fronte a Gesù in croce. Con il prodigio della sua vita, plasmata dall'amore, Gesù "converte" chi si apre a lui.



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Davvero quest'uomo era Figlio di Dio! (Mc 15,39)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa a/r per A5)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (1/04/2012)
L'anima mia è triste fino alla morte (Mc 14,34)
(vai al testo)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Nel grido del suo abbandono! (31/03/2012)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 2015)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Enzo Bianchi


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