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mercoledì 31 dicembre 2014

Con sincera gratitudine…


Alla fine di un anno particolarmente intenso per le innumerevoli occasioni in cui l'amore del Padre ci ha avvolto, con la sua tenerezza e con la sua mano forte…, vorrei esprimere una profonda gratitudine per quel "tocco" tutto personale della Sua Mano...
Mi soffermo solo su alcuni particolari.

Innanzitutto la riconoscenza per il dono di Delia, la nostra prima nipotina. Non spetta dire a me qualcosa di lei, ma posso invece ringraziare per la gioia che ha portato nelle nostre famiglie e per il sorriso costante che ci dona ogni volta che la incontriamo.

Eventi ecclesiali importanti, con l'esperienza, la gioia e la riconoscenza di vivere intensamente in unità con tutta la Chiesa e venire a contatto con culture differenti e diverse dalla mia; l'incontro particolare, assieme a tanti altri, e pieno di Spirito Santo con papa Francesco…

Un fatto pastoralmente significativo per me è stato il nuovo servizio pastorale che il vescovo mi ha affidato. Dopo quattro anni circa, nei quali ho cercato di vivere il mio ministero diaconale soprattutto presso una struttura per anziani autosufficienti, mi è stata affidata la collaborazione pastorale in un'altra parrocchia. Una gratitudine grande per quanto il Signore ha costruito in quella comunità, dove il mio contributo era soprattutto la vicinanza alle persone, in modo speciale a quelle che non frequentano la chiesa. Rapporti umani, e ben di più, instaurati più con la presenza e l'affetto che con le parole. Ed una gratitudine per quelle persone con le quali abbiamo fatto un cammino di fede anche a testimonianza per tutti. Un certo dolore per il distacco, ma gioia per la presenza di Gesù che ci lega, al di là della mia persona o delle attività.
Nella nuova parrocchia, dove ho iniziato da qualche mese la mia attività pastorale, mi è stato affidato, assieme ad un sacerdote studente africano, un quartiere periferico abbastanza popoloso. Non ci sono strutture, salvo una sala sociale multiuso che possiamo anche utilizzare, adattandola di volta in volta, come cappella e sala per incontri. Ma la nostra maggior occupazione consiste nell'incontro capillare delle famiglie, che visitiamo ogni sera. È il nostro più vero apostolato: possibilità di farci carico delle situazioni che spesso non sono felici e rappresentano sofferenze tipiche delle nostre famiglie. È un arricchimento reciproco che ci fa sperimentare che il senso più profondo del nostro esistere è la fraternità che possiamo sperimentare e farne la nostra carta di identità in questo dilagante ed insulso individualismo.

Ma c'è un fatto tutto particolare che ha chiuso questo anno così ricco di umanità: è la scomparsa (ieri abbiamo dato l'ultimo saluto) di un amico carissimo, un padre nello Spirito, un uomo di Dio, un sacerdote, d. Lino, con il quale abbiamo condiviso quasi quindici anni di vita a servizio dei sacerdoti e diaconi legati dalla spiritualità dell'unità per un servizio prezioso alla Chiesa.
Don Lino, per la sua particolare sensibilità e per il suo amore personale, è stato per me e per Chiara mia moglie, un punto di riferimento prezioso ed illuminato, che ci ha fatto scoprire sempre di più e vivere con maggior consapevolezza la realtà della nostra famiglia diaconale; una famiglia sì come tutte le altre, ma che riteniamo tutta particolare per il servizio che può offrire alla vita dei sacerdoti. Posso dire con tutta sincerità che con d. Lino ho imparato ad amare i sacerdoti, ad entrare nel loro mondo - che è anche diverso dal mio pur appartenendo anch'io al clero -, ad essere in una parola al "servizio" del presbiterio, un servizio diaconale che mi fa essere in vocazione, non perché sono il loro "portaborse", ma perché il mio servizio è quello di Gesù, il diacono del Padre, e quello di Maria, la Serva del Signore.

Un grazie dal profondo del cuore!


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