4a domenica di Avvento (B)
• 2 Samuele 7,1-5.8-12.14-16 • Romani 16,25-27 • Luca 1,26-38
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Appunti per l'omelia
L'angelo Gabriele fu mandato da Dio… ad una vergine…
Oggi il Padre non ci parla più attraverso un angelo (= messaggero), ma con il Vangelo (= lieto messaggio, bel messaggio). In particolare, il Vangelo della domenica è per noi l'angelo, la "lettera" che Gesù ci invia come "luce" sul cammino della settimana.
La verginità, in Israele, era apprezzata prima del matrimonio, non dopo: la donna senza figli era un albero secco. Al termine "vergine" era legata una connotazione quasi dispregiativa: ed è proprio ad una vergine che si dirige il messaggio di Dio.
Rallegrati, piena di grazia (= amata gratuitamente).
"Rallegrarsi", essere felice: il Padre non è contrario alla nostra felicità, anzi la desidera e ce la augura! Tutta la storia della salvezza è annuncio di questa "benevolenza" (= volere il bene) di Dio, che trova il suo culmine nell'incarnazione: sono gli auguri più veri di Natale!
A queste parole ella fu molto turbata.
L' "amata da Dio" avrà il compito di proclamare al mondo ciò che il Signore realizza in coloro che si affidano al suo amore. La Parola sembra proporre e chiedere, a volte, cose troppo grandi. In realtà, ogni parola del Vangelo ci porta ad una misura di pensiero e di stile di vita apparentemente non "normali", eppure corrispondenti alla nostra più vera natura: l'essere "figli" e "fratelli" a somiglianza di Gesù.
Lo chiamerai Gesù.
Il senso della vita di Maria è generare Gesù. In Maria è il senso, l'icona della vita di ogni credente e della Chiesa intera: dar vita a Gesù. In fondo ogni persona è "immagine" sua ("tutto è stato creato in Lui e in vista di lui" [cf Gv 1,3]). L'amore al fratello e l'amore reciproco, alimentato dalla parola vissuta, è la strada per dar vita a Gesù in ogni persona, a renderlo presente ancora oggi nella storia.
Dar vita a Gesù in noi e fra noi.
Scrive papa Francesco nella Evangelii Gaudium:
«Una sfida importante è mostrare che la soluzione non consisterà mai nel fuggire da una relazione personale e impegnata con Dio, che al tempo stesso ci impegni con gli altri. Questo è ciò che accade oggi quando i credenti fanno in modo di nascondersi e togliersi dalla vista degli altri, e quando sottilmente scappano da un luogo all'altro o da un compito all'altro, senza creare vincoli profondi e stabili. È un falso rimedio che fa ammalare il cuore e a volte il corpo. È necessario aiutare a riconoscere che l'unica via consiste nell'imparare a incontrarsi con gli altri con l'atteggiamento giusto, apprezzandoli e accettandoli come compagni di strada, senza resistenze interiori. Meglio ancora, si tratta di imparare a scoprire Gesù nel volto degli altri, nella loro voce, nelle loro richieste. E anche imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso quando subiamo aggressioni ingiuste o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere la fraternità.
Lì sta la vera guarigione, dal momento che il modo di relazionarci con gli altri che realmente ci risana invece di farci ammalare, è una fraternità mistica, contemplativa, che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano, che sa sopportare le molestie del vivere insieme aggrappandosi all'amore di Dio, che sa aprire il cuore all'amore divino per cercare la felicità degli altri come la cerca il loro Padre buono. Proprio in questa epoca, e anche là dove sono un «piccolo gregge» (Lc 12, 32), i discepoli del Signore sono chiamati a vivere come comunità che sia sale della terra e luce del mondo (cf Mt 5, 13-16). Sono chiamati a dare testimonianza di una appartenenza evangelizzatrice in maniera sempre nuova. Non lasciamoci rubare la comunità!» (EG 91-92).
Si compia in me la tua parola.
Questo non è solo il sì ad una richiesta, ma è la certezza che la Parola accolta ha la forza di tradursi in opera compiuta e di rinnovare la vita.
Gesù si presenta ancora oggi come risposta alle attese dell'umanità, là dove c'è chi vive la sua Parola: proprio perché la parola trova la sua compiutezza nell'amore, e solo l'amore può rispondere ai bisogni più profondi di ciascuno e di tutti.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa a/r per A5)
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (18/12/2011)
Avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38)
(vai al testo)
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Essere un'altra Maria (16/12/2011)
Commenti alla Parola:
• di Luigi Vari (VP 2014)
• di Marinella Perroni (VP 2011)
• di Claudio Arletti (VP 2008)
• di Enzo Bianchi
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