Dal messaggio di papa Francesco per questa Quaresima: «Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà» (cf 2Cor 8,9).
Come cristiani, come seguaci di Gesù, sul suo esempio "siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle". La carità di Cristo che mi ha chiamato a seguirlo nei miei fratelli (che sono suoi fratelli nei quali Lui stesso si identifica) mi spinge ad uscire da me, a farmi carico delle miserie delle persone che mi sono accanto, che Dio mette sulla mia strada, che mi sono affidate.
Fare, allora, un serio esame di coscienza e rettificare ogni mia intenzione.
Amarle con la stessa carità di Gesù, vivere la mia diaconia con gli stessi sentimenti di Cristo.
Guardare alla miseria - "che non coincide con la povertà", perché "la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza" – è guardare a questi miei fratelli e a queste mie sorelle come li guarda Gesù, senza giudizio preconcetto, ma con sincerità di cuore.
Guardare alle miserie dei fratelli è saper guardare alle situazioni concrete in cui essi si trovano, a saper distinguere le varie "miserie", quella "materiale", quella "morale" e quella "spirituale".
Sapendo cogliere la reale condizione di chi soffre, posso più efficacemente essere di aiuto e tendere una che non venga rifiutata.
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