4a domenica del T.O. (B)
Appunti per l'omelia
"Gesù, entrato di sabato nella sinagoga insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi". Il suo infatti era "un insegnamento nuovo, dato con autorità" (Mc 1,21-22.27).
In questa quarta domenica del tempo ordinario siamo invitati a metterci di fronte alla Parola di Dio come gli ascoltatori di Cafarnao, che all'udire l'insegnamento di Gesù rimanevano stupiti degli effetti che essa produceva. Il Profeta di Nazaret si presentava come un Profeta superiore ad ogni maestro umano e con quell'autorità che gli derivava dalla sua "origine" divina.
Le parole di Gesù, Egli stesso Parola vivente del Padre e manifestazione della sua opera creatrice, hanno la "forza", permeate dallo Spirito, di "rinnovare tutte le cose".
La Parola è "viva ed efficace" e produce effetti particolari in coloro che l'accolgono e la vivono.
Ecco alcuni effetti che la Parola produce (prendo lo spunto ed alcuni stralci da "Chiara Lubich, La Parola di vita, ed. Città Nuova").
La parola fa "vivere".
Chi l'accoglie e la fa propria con la sua vita manifesta che è una persona "viva". Lo si scorge dalla luce che emana dal viso di chi ti sta di fronte, da tutta la sua persona. Sant'Atanasio dice: «Non v'è nulla che faccia vivere l'anima razionale della sua vita specifica, come la parola di Dio».
La parola rende liberi.
Il Vangelo dice: «la verità vi farà liberi» (Gv 8,32). La verità infatti ci rende liberi se prima di tutti i nostri pensieri, della nostra volontà, ci sta a cuore la parola. E tutto diventa secondario.
La parola converte.
San Gregorio Magno scrive: «Per la forza della parola viene data al superbo l'umiltà e al timido la confidenza, si ripulisce il lussurioso con lo sforzo della castità, si tempra l'avaro trattenendolo dall'ardore dell'ambizione… Dio adatta la forza della sua parola nei singoli, secondo la diversità della condotta, affinché ciascuno trovi nella sua parola ciò che gli occorre per portare il germe della virtù che gli è indispensabile».
La parola purifica.
Quando si è messo tutto un passato nella misericordia di Dio e si ricomincia a vivere la parola, si ha l'impressione – ed è realtà – che la parola abbia tutto purificato in noi. E sant'Ambrogio: «Sono parole, è vero: ma esse mondano».
La parola preserva dalle preoccupazioni umane.
Chi vive la parola è tranquillo, non teme nulla. Lo conferma san Giovanni Crisostomo: «Il mare infuria e tu navighi tranquillo; hai come pilota la lettura delle Scritture e non verrà a spezzare il timone la tentazione degli affari».
La parola opera un mutamento di mentalità.
Imprime nei cuori delle persone che l'accolgono, di qualunque latitudine, i sentimenti di Cristo di fronte alle circostanze, al singolo e alla società. Fa di ogni cittadino del mondo un cittadino del cielo, un uomo nuovo. Così san Paolo: «Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo» (Ef 4,23).
"Per dirla in breve, la vita della parola porta nell'uomo una rievangelizzazione completa del suo modo di pensare, di volere, di amare. Il Vangelo, codice della vita, si incarna… e fiorisce anche il deserto".
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Un insegnamento nuovo, dato con autorità (Mc 1,27)
(vai al testo) - (pdf, formato A5)
Commenti alla Parola:
• di Marinella Perroni (VP 2012)
• di Claudio Arletti (VP 2009)
• di Enzo Bianchi
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