L'eco delle parole di Isaia, che ascoltiamo nella liturgia di oggi "La mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti gli uomini" (Is 56,7), e l'esempio di Gesù che, sconfinando in territorio pagano, anticipa la missione universale della Chiesa (cf Mt 15,21-28), mi fa riflettere sul ministero della Parola che abbiamo ricevuto, di cui il Vescovo è il primo responsabile.
Leggo nel Direttorio per il ministero dei diaconi permanenti, al n° 23: «Funzione principale del diacono è collaborare con il Vescovo e i presbiteri nell'esercizio del ministero non della propria sapienza, ma della Parola di Dio, invitando tutti alla conversione a alla santità».
A questo proposito riporto un passo tratto dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo (Om. 15, PG 57):
«"Voi siete il sale della terra" (Mt 5,13). Vi viene affidato il ministero della parola, dice il Cristo, non per voi, ma per il mondo intero. Non vi mando a due, o dieci, o venti città o a un popolo in particolare, come al tempo dei profeti, ma vi invio alla terra, al mare, al mondo intero, a questo mondo così corrotto. Dicendo infatti: "Voi siete il sale della terra", fa capire che l'uomo è snaturato e corrotto dai peccati. Per questo esige dai suoi quelle virtù che sono maggiormente necessarie e utili per salvare gli altri. Un uomo mite, umile, misericordioso e giusto non tiene nascoste in sé simili virtù, ma fa sì che queste ottime sorgenti scaturiscano a vantaggio degli altri. E chi ha un cuore puro, amante della pace e soffre per la verità, dedica la sua vita per il bene di tutti.
Non crediate, sembra dire, di essere chiamati a piccole lotte e a compiere imprese da poco. No. Voi siete "il sale della terra". A che cosa li portò questa prerogativa? Forse a risanare ciò che era diventato marcio? No, certo. Il sale non salva ciò che è putrefatto. Gli apostoli non hanno fatto questo. Ma prima Dio rinnovava i cuori e li liberava dalla corruzione, poi li affidava agli apostoli, allora essi diventavano veramente "il sale della terra" mantenendo e conservando gli uomini nella nuova vita ricevuta dal Signore. È opera di Cristo liberare gli uomini dalla corruzione del peccato, ma impedire di ricadere nel precedente stato di miseria spetta alla sollecitudine e agli sforzi degli apostoli. (…)
Agli altri, che sono nell'errore, sarà possibile la conversione per mezzo vostro; ma se cadrete voi, trascinerete anche gli altri nella rovina. Quanto più importanti sono gli incarichi che vi sono stati affidati, tanto maggior impegno vi occorre. Per questo Gesù afferma: "Ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini" (Mt 5,13). Perché poi, udendo la frase: "Quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e diranno ogni sorta di male contro di voi" (Mt 5,11), non temano di farsi avanti, sembra voler dire: Se non sarete pronti alle prove, invano io vi ho scelti. Così verranno le maledizioni a testimonianza della vostra debolezza. Se, infatti, per timore dei maltrattamenti, non mostrerete tutto quell'ardimento che vi si addice, subirete cose ben peggiori, avrete cattiva fama e sarete a tutti oggetto di scherno. Questo vuol dire essere calpestati».
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