Non è presunzione prendere lo spunto dalla domanda di Gesù su cosa la gente dica di lui (Cf. Mt 16,13ss) ed applicarla anche a noi, mandati in suo nome a servire la comunità.
Io mi sono chiesto molto spesso cosa la gente pensi sia veramente il diacono. E dalle risposte ho potuto capire l'incidenza nella comunità di questo ministero.
Se da un lato si può cogliere quali sono le aspettative della gente, dall'altra si può dedurre anche il tipo di accoglienza che la comunità riserva al diacono, come io mi sono rapportato ad essa, cosa hanno capito di me.
Non si può negare che il metro di riferimento sia dettato dall'esperienza che molti fedeli hanno della ministerialità ordinata, in particolare del prete. Al diacono è riservata una valenza ibrida: è uno simile al prete, ma gli manca qualcosa; è uno simile al fedele laico, ma ha qualcosa in più.
Nelle mia esperienza ho avuto modo di chiedere anch'io, soprattutto a quelle persone che più strettamente hanno operato con me, cosa sia per loro avere un diacono in parrocchia. Debbo dire che la grazia dello Spirito non è stata vana.
L'accoglienza e la comprensione è dipesa molto spesso da me, dal modo con cui mi sono messo al loro servizio.
Ma è dalle persone più sensibile che potrà partire una comprensione che dia "sapore" per la comunità: lievito perché la grazia della diaconia, ordinata e non, porti i suoi frutti e sia per la comunità stessa segno di quel servizio che viene dal Signore Gesù.
Interrogarmi su cosa pensi la gente è farmi un esame di coscienza su come vivo il ministero a cui sono stato chiamato.
ciao
RispondiEliminaE stato davvero piacevole per me sisitare il tuo blog . Complimenti x le cose che scrivi. Lina
Grazie, Lina!
RispondiEliminaSei sempre la benvenuta!
Luigi