Oggi, domenica della Santissima Trinità, mi ritorna alla mente e nel cuore un pensiero di Chiara Lubich del Natale 2001. È un venir introdotti, con la soavità e la forza dello Spirito, nel Cielo che è dentro di noi, la Santissima Trinità.
«[...] È presente un infinito tesoro dentro di noi. È come una voragine, come un abisso, come un sole divino dentro di noi: è la Trinità Santissima. Abbiamo, quindi, la possibilità di convivere con la Trinità, e sentire il richiamo a perdersi nell'Immenso dentro di noi, per ritrovarsi "cristificati".
Chiudendo le imposte dell'anima al di fuori per aprirle al di dentro, possiamo colloquiare: è un invito a intrattenerci nel Cielo dentro di ni, dove l'Eterno vive ed è l'Essere vero.
Ma non è solo preghiera ciò che domanda la Santissima Trinità dentro di noi. Le tre divine Persone, che sono l'unico Amore, desiderano avere un rapporto di Cielo con ognuno di noi; e l'una diverso dall'altra.
Il Padre. Abbiamo un Padre. È presente nel nostro intimo il Padre. Quel Padre Celeste, che ha dato origine e sostiene l'immensa creazione, il cosmo, in cui siamo immersi come goccia in un oceano, è pure qui nel nostro piccolo cuore.
E questo Padre è padre davvero. È il destinatario della più divina preghiera che possiamo pronunciare: il Padre nostro. Lo invochiamo in nome di Gesù per ottenere le grazie desiderate.
Come san Pietro suggerisce, gettiamo ogni sollecitudine in lui (cf 1Pt 5,7). E, dobbiamo dirlo: quante volte, un'infinità di volte, buttando le nostre preoccupazioni nel suo cuore, con fede, ne siamo stati liberati in tutta fretta, sono svanite nel nulla, risolte dal suo amore! Perché così si fa con un padre: ci si affida, in tutto e per tutto, a lui, sicuri. E questo è un padre: il sostegno, la certezza del figlio che, come un bambino, si butta spensierato fra le sue braccia.
Il Verbo. C'è anche il Figlio dentro di noi, il Verbo incarnato: Gesù. C'è Gesù dentro di noi! Abbiamo imparato ad amarlo nell'Eucaristia, nella Parola, nell'unità tra i fratelli, nel povero, nell'autorità che lo rappresenta…, nel profondo del nostro cuore. Ma è quando Gesù sulla croce giunge a gridare l'abbandono del Padre che lo riconosciamo e amiamo come Sposo delle nostre anime. Quale Sposo è stato per noi! E lo sarà fino alla fine della nostra vita. È stato Lui a sostenerci in tutte le prove, in tutte, suggerendoci come superarle, per ridarci luce e pace e forza. Gesù abbandonato, il nostro Sposo!
Lo Spirito Santo. Quello Spirito di cui conosciamo i divini effetti: nelle persone, nelle comunità rinnovate dalla sua presenza, dalla sua atmosfera. Questo Spirito a cui, come ad altri noi stessi, ci confidiamo sicuri; che sempre risponde quando lo invochiamo e ci suggerisce parole di sapienza; che ci dà conforto, ci sostiene e ci ama d'un amore particolare come un amico vero. È nostro amico lo Spirito Santo.
Padre, Sposo, Amico. Che vogliamo di più? E, i Tre, uno, un solo Amore che ha preso stanza nel nostro cuore. [...] ».
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