Parola da vivere
Amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34)
C'è aria di novità.
Non una novità qualsiasi, passeggera, facile, ma forte che va pagata a caro prezzo.
Nel comandamento nuovo, "Amatevi come io ho amato voi", Gesù non chiede nulla per se stesso né per Dio, ma soltanto per l'uomo.
Anche a noi è richiesto un amore non fatto di parole, ma creativo, disarmato, che arriva a dare la vita, che si rivela più forte dell'odio e della morte.
Gesù crea per tutti noi lo spazio in cui esista l'autentico amore: alternativa alle tenebre, alle divisioni e discriminazioni. E ciò si attualizza nel compiere gesti semplici, impercettibili, ma carichi d'amore nella quotidianità, nonostante le nostre povertà e incoerenze.
Gli apostoli sono turbati, disorientati, perché Gesù aveva loro parlato della sua partenza, e aveva lasciato loro un così immane e delicato compito: vivere e poi testimoniare con la loro vita l'amore.
Ma Gesù li rasserena e li incoraggia: "Vado e tornerò da voi... il Padre vi manderà lo Spirito Consolatore".
Anche a noi oggi Gesù ci lascia una identità e uno statuto nuovo: "Amatevi anche voi gli uni gli altri". E ciò vale per tutti, è a disposizione di chiunque intenda familiarizzare e vivere "come in cielo, così in terra", assaporando fin d'ora la gioia e la serenità del Paradiso.
Testimonianza di Parola vissuta
Tornando a casa, una domenica sera, la mia attenzione fu attirata da un gruppo di ragazzi che stavano gesticolando di fronte all'entrata di un bar. Mi avvicinai per vedere cosa stesse succedendo e mi accorsi che in mezzo alla cerchia c'era un marocchino, tutto impaurito, che tentava di difendersi.
Osservai meglio e capii che lo stavano prendendo in giro, qualcuno lo insultava, qualche altro voleva afferrare la sua borsa piena di accendini e di cassette per rovesciargliela.
Subito mi sentii spinto ad intervenire e con coraggio dissi a quei ragazzi di smettere. Avevo un po' di timore che avrebbero reagito anche verso di me, invece, fortunatamente, si calmarono e se ne andarono.
Ci ritrovammo soli, sulla strada, il marocchino ed io. Lui si girò verso di me e mi ringraziò. Mi chiese dove avevo imparato quei principi che mi muovevano perché lui finora, nella vita, aveva trovato soltanto discriminazione verso la sua persona e verso la razza a cui apparteneva. Gli risposi che era tutto merito del Vangelo che avevo cominciato a vivere. Il marocchino ci sorrise e poi ci salutammo. "Spero di incontrarti di nuovo" mi disse stringendomi la mano, prima di allontanarsi nel buio della strada.
(Marco, 12 anni)
(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)
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