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venerdì 26 febbraio 2010

Ascoltarlo e seguirlo

28 febbraio 2010 – 2a domenica di Quaresima (C)

Parola da vivere

È il Figlio mio, ascoltatelo! (Lc 9,35)


Gesù, in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, sale sul monte Tabor. Con la sua trasfigurazione rivela la sua identità; il Padre ne dà la conferma. "È il Figlio mio, l'eletto, ascoltatelo!".
I tre rimangono abbagliati e assaporano un pezzo di cielo: "È bello per noi stare qui". Vorrebbero definitivamente indossare questa luce evitando le tenebre angosciose del Calvario.
È molto bello stare con Gesù sul Tabor, immersi nella luce, occorre però scendere dal monte, dove la nostra fede incontra le piccole e grandi croci della vita quotidiana. Perché l'itinerario che porta Gesù alla risurrezione è la croce.
Il Padre anche oggi dice a noi: "Ascoltatelo!" e "seguitelo!".
Certo. Aspettiamo "cieli nuovi", tuttavia, nel frattempo, dobbiamo darci da fare per realizzare una "terra nuova" con la prova, dolorosa, della 'trasformazione', come dice Paolo: "Il Signore trasfigurerà il nostro corpo mortale e lo farà simile al suo corpo glorioso".



Testimonianza di Parola vissuta


Originario di Natal, nel nordest brasiliano, a 16 anni Tico da Costa, per gli amici Titìco, s'imbatte con la spiritualità del Movimento dei Focolari. Lui stesso dirà: "In quel momento mi sono detto: questo fa proprio per me, ho trovato!". E racconta; "Una notte, dopo quell'incontro, guardando il cielo carico di stelle, mi è parso che mi chiamassero... le stelle!... a portare la gioia e l'amore per il mondo".
Prende forma così la sua nuova "avventura" di vita: una scelta che qualche anno dopo lo porterà prima a Recife e poi a Roma, dove trascorre diversi anni ad approfondire e far propria la dirompente spiritualità di Chiara Lubich. Al tempo stesso compone canzoni e incide dischi, conosce e frequenta artisti e cineasti come il maestro Podestà, Trio de Paula e Lina Wertmüller, si esibisce in concerti in Brasile, Stati Uniti, Italia, ottenendo un'accoglienza insospettata.
Era in tournée in Italia, quando gli è stata annunciata la grave e fulminea malattia. La sua reazione: «Sono qui davanti a voi con la certezza che ogni momento presente è il più importante. E questo momento è arrivato sotto la melodia del dolore, una melodia che sostiene il mondo, più forte della stessa musica. Perché ha in sé un mistero salvifico. (...) Non credevo che questo male fosse cresciuto così tanto. È maligno. Ma siccome io sono "benigno", già l'ho vinto!».
Anche in questi momenti così estremi, "Titìco" non si smentiva, e ha continuato ad essere sé stesso: un amante della "Vita", capace di unificare in sé "amore" e "umore".
«Non sappiamo quello che Dio vuole da noi. Domani, con Sara, parto per il Brasile, tornerò dai nostri figli, a combattere questa malattia: con molto amore, molto umorismo (...). Segue la Vita: ci ritroveremo lì tutti quanti, sicuramente».
Titìco ci ha lasciato alla fine di agosto 2009. Del cantautore brasiliano ci resta la travolgente gioia di vivere, insieme alle sue numerose canzoni.
Il suo è stato veramente un canto alla "Vita"!

(da Città Nuova n. 20/2009)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, esperienza in parrocchia)

1 commento:

  1. La fede e l'amore del Signore fa miracoli..in lui lo ha già fatto, gli ha donato il coraggio, l'ottimismo e l'amore. Un testimone semplice ma grande dell'amore di Dio. Buon fine settimana e Serena domenica a te e alla tua famiglia. :)

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