Oggi, 14 agosto, mi vengono in mente due persone che in questo giorno di agosto hanno dato la vita per un Ideale: Massimiliano Kolbe, sacerdote cattolico, che si è offerto al bunker della morte ad Auschwitz al posto di un suo compagno di prigionia che aveva moglie e figli, e morì il 14 agosto 1941; Irma Bandiera, partigiana, catturata il 7 agosto 1944 dalle SS tedesche, fucilata il 14 agosto 1944, per non aver voluto rivelare i nomi dei suoi compagni.
Leggo di Massimilano Kolbe:
«In un'epoca in cui i totalitarismi delle ideologie stavano distruggendo la fede in Dio e instauravano la schiavitù tra gli uomini, il Kolbe con il sacrificio eroico della sua vita ricordava a tutti il valore della fraternità umana. (...)
Il 17 febbraio 1941 Kolbe e altri quattro dei suoi religiosi furono arrestati e imprigionati. All'inizio di aprile furono trasferiti ad Auschwitz.
Verso la fine di luglio fu trasferito al blocco 14, dove i detenuti erano adibiti ai lavori della mietitura dei campi. Approfittando di questa occasione uno di loro riuscì a fuggire, ma la legge del campo era terribile. Per ogni fuggiasco che non venisse rintracciato, ben 10 prigionieri venivano destinati al bunker della morte.
Quando i 10 condannati vennero selezionati, uno di loro supplicò, terrorizzato, di essere risparmiato perché aveva moglie e figli. Kolbe uscì dalla sua fila e si presentò al comandante: "Sono un sacerdote cattolico, sono anziano; voglio prendere il suo posto, perché lui ha moglie e figli". (...) Dopo un attimo di silenzio il comandante accettò lo scambio. I dieci furono mandati al blocco 11, quello della morte. (...)
Erano passate già due settimane. I prigionieri morivano uno dopo l'altro e ne rimanevano solo quattro, tra i quali padre Kolbe, ancora in stato di conoscenza. Le SS decisero che le cose stavano andando troppo per le lunghe... Un giorno inviarono il criminale tedesco Bock per fare un'iniezione di acido fenico ai prigionieri. (...)
Kolbe nel porgere il braccio aveva detto: "Ave Maria!". Furono le sue ultime parole. Un giorno si era augurato che le sue ceneri fossero disperse al vento, invece si mescolarono nel forno crematorio con quelle degli altri fratelli perseguitati, in maggioranza ebrei. Aveva 47 anni».(Enrico Pepe, Maestri e Santi).
Leggo di Irma Bandiera:
«Irma, da piccola chiamata Mimma, era figlia di una famiglia benestante, allegra, generosa, mai un eccesso, sempre molto ubbidiente: Era cresciuta coltivando ideali democratici, studiava all'università. Quando l'Italia entrò in guerra poteva sfollare come fecero in tanti in attesa della fine del conflitto. Lei no, rimase e cominciò a frequentare gli ambienti antifascisti e dopo l'8 settembre '43, quando bisognava decidere da che parte stare, lei scelse quella della libertà, della giustizia sociale, di lottare contro i nazisti che occupavano l'Italia e contro i fascisti che li aiutavano a tenerla occupata. Andò con i partigiani entrando in un Gap di Bologna. Fu staffetta e combattente... Le aveva ordinato il comandante "...se ti catturano, non parlare mai e non rivelare i nomi dei compagni". È quello che fece Irma... Non parlò per sette giorni nonostante le sevizie e le violenze dei nazifascisti.
Poi il 14 agosto, ancora viva, fu portata sotto la casa dei genitori e quel fascista grande e grosso che non riusciva a farle aprire la bocca neanche per un gemito, guardandola per l'ultima volta negli occhi, quegli occhi che per sette giorni lo avevano sfidato con disprezzo, le chiese di fare i nomi dei partigiani in cambio della vita. In risposta ebbe il suo sorriso, quel sorriso che è in quella foto incorniciata dal filetto dorato sul Sacrario nella piazza di Bologna e che non sarà mai dimenticato. Una raffica di mitra ruppe il silenzio del Meloncello, quei colpi echeggiarono per i tre chilometri di portici che arrivano sino alla Basilica di San Luca, all'interno della quale è custodita la Madonna bizantina, quella che protegge Bologna e che ogni anno, quando a maggio viene trasportata in città è motivo di festa per tutti i credenti. Ma qual giorno, di fronte al sacrificio di Irma era solo un quadro dipinto tanti anni prima, senza pietà per l'agonia di quella ragazza.
Oggi in quel luogo c'è una lapide dedicata a Irma Bandiera. "Il tuo ideale seppe vincere le torture e la morte"». (Enzo Biagi, Quello che non si doveva dire).
Un giorno, indipendentemente dal nostro credo, saremo giudicati per quello che avremo fatto agli altri (cf. Mt 25, 31-46).
Ciao Luigi, mi permetti gigi anche se non ci conosciamo? E' più confidenziale e meno formale. Tra fratelli in Cristo non dobbiamo alimentare le distanze ma accorciarle, per gioire insieme della fratellanza che Lui ci ha donato. Grazie per il tuo passaggio da me, che mi onora. Spero di incrociarci ancora.
RispondiEliminaLa visita a Dachau è stata per me un terremoto e sicuramente vedrò la realtà in maniera diversa. Io sono di Sansepolcro (Ar) e vivo con mio figlio.
Buona Assunzione per domani.
diggiu
Grazie, diggiu... e bunona festa dell'Assunta anche a te!
RispondiEliminaGuardando a Lei, "umanità realizzata", potremmo guardare alla realtà che ci circonda con occhi nuovi, e vivere per quella fraternità alla quale siamo chiamati.
A risentirci.
Gigi