2a domenica del T.O. (A)
Appunti per l'omelia
Il Vangelo di questa domenica (cf Gv 1,29-34), ancora sulla lunghezza d'onda dell'Epifania, della manifestazione cioè di Gesù, riporta la testimonianza di Giovanni Battista: «Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: "Ecco l'anello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!"». La realtà più vera di Gesù, la sua identità e missione, nascosta alla percezione comune, viene rivelata dal profeta.
«Ecco l'agnello di Dio…». Un titolo notissimo, quasi logorato dall'uso, che rimanda all'agnello pasquale, sacrificato nel tempio e poi consumato nella cena pasquale. Evento che evoca la liberazione di Israele dalla schiavitù d'Egitto e soprattutto la redenzione messianica, di cui quella dell'Esodo era una figura.
Gesù è l'Agnello pasquale, che col suo sacrificio ha operato la liberazione definitiva dell'umanità. L'opera di questo "agnello", figura di per sé quanto mai inerme e fragile, è poderosa: «toglie il peccato del mondo». La forza del male, che è ribellione a Dio, inimicizia contro di Lui, rifiuto egoistico di Dio e del prossimo, si esprime in un cumulo crescente di colpe personali e collettive, come un fiume in piena che si ingrossa sempre più e che nulla sembra poter arginare: è il "peccato del mondo", soprattutto la sua incredulità di fronte alla rivelazione di Gesù.
"L'agnello di Dio" (che appartiene cioè a Dio, non un agnello che l'umanità offre a Lui, ma che Dio stesso dona all'umanità) elimina, distrugge, fa scomparire, caricandolo su di sé, il peccato del mondo con tutta la malizia dell'umanità che separa da Dio.
Gesù è l'unica persona che toglie il peccato e può quindi riconciliaci con Dio, riportandoci alla perfetta comunione con Lui e donandoci l'energia per non peccare più. Non esiste nessuna situazione di così tragica lontananza da Dio, nessun peccato così grave, che Gesù non possa cancellare e trasformare. Egli è infatti la rivelazione della misericordia di Dio che è più forte di ogni peccato e rigenera l'uomo col perdono.
E questa opera di Gesù è legata al dono dello Spirito: è Lui che "battezza nello Spirito Santo", dona lo Spirito, effonde l'abbondanza dello Spirito Santo, ci "immerge" nello Spirito Santo, che è la pienezza infinita della vita, dell'amore e della gioia di Dio.
Non c'è esperienza del perdono senza l'esperienza dello Spirito Santo! È lo Spirito che dopo il battesimo di Gesù, "discende e rimane su di Lui", quello Spirito che Gesù, possedendolo in pienezza, può a sua volta pienamente comunicare.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ecco colui che toglie il peccato del mondo (Gv 1,29)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)
Commenti alla Parola:
• di Gianni Cavagnoli (VP 2014)
• di Marinella Perroni (VP 2011)
• di Enzo Bianchi
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