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venerdì 2 ottobre 2009

Una comunione d'amore, una sola esistenza

4 ottobre 2009 – 27a domenica del Tempo ordinario (B)

Parola da vivere


Lascerà suo padre e sua madre,
e i due diventeranno una carne sola
(Mc 10,7)


A Gesù sta a cuore la bellezza e il valore del rapporto: Il nostro rapporto con Dio e con i fratelli. Questo vale in modo particolare nella relazione d'amore fra l'uomo e la donna nel matrimonio.
È una visione stupenda quella che Gesù propone del matrimonio: "i due saranno una carne sola". Una comunione d'amore da renderli una sola esistenza. Una comunione d'amore che non si spegnerà neppure con la morte. Perché l'amore, se è autentico, dice "per sempre". E sulla terra è un segno del rapporto d'amore di Dio Trinità.
Di conseguenza l'amore fra un uomo e una donna è frutto di una vocazione: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi". È una chiamata stupenda a una donazione reciproca, fino a dare la vita uno per l'altro. Non un amore chiuso in se stesso, ma aperto alla vita di nuove creature e aperto alla comunità.
Un amore impegnativo dunque, che deve essere continuamente rinnovato reciprocamente e alimentato da un rapporto personale e comunitario con Dio e con i fratelli.


Testimonianza di Parola vissuta


Siamo sposati da 10 anni - dice Clara - ed abbiamo un bambino di 5 anni, Riccardo, e una bambina di 3 mesi, Laura. Già da fidanzati le distinzioni fra noi erano particolarmente marcate e, come sempre accade, con il matrimonio i confronti sono diventati più accesi. Alla base però c'era sempre un forte amore che ci faceva ricominciare con tanta gioia ed entusiasmo e spesso quelle stesse diversità (ad esempio, troppo organizzato Roberto, troppo improvvisatrice io) servivano proprio a dare un giusto equilibrio al nostro vivere quotidiano.
Oggi siamo davvero contenti e soddisfatti di questi 10 anni trascorsi insieme. I contrasti non mancano neanche adesso, tuttavia, diversamente da quanto ci accadeva nei primi anni di matrimonio, siamo convinti che la ricerca e la conquista dell'armonia passa attraverso il rispetto dell'altro, soprattutto accettandolo nelle diversità che lo caratterizzano. In particolare siamo più consapevoli che nel momento del contrasto, più che rimarcare le divisioni, occorre cercare e valorizzare ciò che ci unisce.
A tal proposito - continua Roberto - una domenica dello scorso carnevale è accaduto un episodio significativo. lo ero in poltrona a seguire le partite di calcio (da sempre motivo di scontro) mentre Clara, considerata la bella giornata, gradiva andare a vedere una sfilata di carri insieme a me e a Riccardo. La cosa non mi trovava particolarmente (per non dire affatto) concorde, visto che preferivo gustarmi il pomeriggio sportivo alla tv. Tuttavia ho assecondato il desiderio di Clara con grande sacrificio e il mio umore era davvero nero: sentivo di aver rinunciato a qualcosa a cui tenevo molto. Immaginate quale potesse essere l'atmosfera!
Poi però tutto è diventato occasione in cui la nostra famiglia trovava un momento di forte unione e alla fine della giornata abbiamo scoperto di aver trascorso un pomeriggio veramente importante con amici e con le persone più care. Il cattivo umore iniziale aveva lasciato il posto a una grande serenità e gioia perché, nonostante fossimo partiti da due posizioni totalmente diverse, siamo riusciti a far emergere ciò che in quel momento ci univa: il desiderio di agire concretamente nell'amore l'uno per l'altro. Il risultato è stato un pomeriggio di gioia per tutta la famiglia.

(Clara e Roberto)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, esperienza in parrocchia)

1 commento:

  1. Un giorno mi piacerebbe leggere la tua esperienza di "sposo" e diacono, "matrimonio" e "ordine"...

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