Questo Blog continua nella nuova versione
venuto per servire
(clicca qui per entrare)


giovedì 1 ottobre 2009

Carità, dono e arte da apprendere


Oggi si fa memoria di santa Teresa di Liseux.
Penso spesso a lei, perché è stata una delle persone che più hanno inciso, soprattutto nella mia giovinezza, sulla mia vita spirituale.
Mi ricordo il mio primo incontro con lei, quando ai primi anni del liceo, lessi la Storia di un'anima. Pur vivendo in un ambiente cattolico e molto impegnato ed evangelicamente motivato, l'incontro con l'esperienza spirituale di quest'anima mi ha dato un impulso determinante nella mia vita e nella mia "scelta di Dio": maturo un rapporto più personale e intimo con Gesù e dedico molto tempo alla preghiera. Ma quello che ha dato un'impennata alla mia anima è stata la "scoperta" di Gesù presente nel mio prossimo, guardando alla vita di Teresa. Dico questo, perché il fatto di "vedere Gesù nel prossimo" era una novità negli ambienti cristiani di quel tempo. Il fatto di averlo comunicato ai miei "amici" provocava una certa incomprensione ed alle volte derisione.
Ora, dopo tanti anni, rivedo la "vocazione di Teresa" ad essere "l'amore nella chiesa" come un qualcosa che mi appartiene intimamente, anche per quello che Dio adesso chiede a me.
"La carità – scriveva santa Teresa – mi offrì il cardine della mia vocazione".
La carità, di cui anche il diacono ne è testimonianza speciale nella comunità, è un dono ed al tempo stesso "un'arte" che si apprende.
Nel riquadro a lato (Zoom…) ho riporto alcuni passi del libro L'arte di amare di Chiara Lubich.
Scrive Chiara (in Le esigenze dell'amore vero):
«Arte impegnativa, con forti esigenze...
È un'arte che vuole si superi il ristretto orizzonte dell'amore semplicemente naturale diretto spesso quasi unicamente alla famiglia, agli amici… Qui l'amore va indirizzato a tutti…
È un amore che spinge ad amare per primi, sempre, senza attendere d'essere amati...
È un amore che considera l'altro come se stesso, che vede nell'altro se stesso...
Quest'amore non è fatto solo di parole o di sentimento, è concreto. Esige che ci si faccia "uno" con gli altri, che "si viva" in certo modo l'altro nelle sue sofferenze, nelle sue gioie, nelle sue necessità, per capirlo e poterlo aiutare efficacemente.
Quest'arte vuole che si ami Gesù nella persona amata… Cristo ritiene fatto a sé quanto di bene e di male si fa loro...
Quest'arte di amare vissuta da più persone porta poi all'amore reciproco: in famiglia, sul lavoro, nei gruppi, nel sociale…
Queste sono le caratteristiche dell'amore vero. Le esigenze che lo rendono speciale…».


2 commenti:

  1. ciao Luigi, è così bello sentirsi legati da una sorella così splendida come Teresa! Pensa invece che io quando ho letto la prima volta la storia di una anima ho pensato che era una ragazzina stucchevole! Se solo potessi avere un briciolo della sua passione per il regno! Ma...le sorelle a cosa servono se non a darti una mano?! Quindi continuiamo a scomodarla dal Paradiso per farci del bene su questa terra visto che le sue promesse, come si suol dire, sono debiti da estinguere!!!Ciao!

    RispondiElimina
  2. Sì,Carmen, è una cosa veramente bella sentire "presente" una sorella così!
    Se ci penso, anche a me fece un po' di impressione all'inizio il modo suo di esprimersi, ma mi aiutò subito ad andare al di là degli "schemi" di una certa "pietà"... e mi ritrovai a colloquiare con Gesù, semplicemente.
    Alle volte dovremmo sentire il Paradiso molto più vicino e reale... e popolato di persone bellissime. Il modo con cui le incontri (anche da vive) è relativo; quello che conta, penso, è che ti sono sempre vicine e presenti nella tua casa e nella tua vita. E puoi continuamente stare e colloquiare con loro.
    Un abbraccio!
    Luigi

    RispondiElimina