Ho inserito nel mio sito di testi e documenti il secondo capitolo del volumetto "Come il Padre…/2", pensieri sull'anno sacerdotale, dal titolo "Servi per amore".
Il vangelo di questa domenica (Mc 10,35-45) parlava appunto della caratteristica essenziale dei discepoli di Gesù: essere servi come lo è il Maestro che "non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita".
Nel contesto della Giornata missionaria voglio riportare un passo di Giovanni Paolo II, all'udienza generale del 4 aprile 1979, Solidarietà universale, tratta sempre dal volumetto citato: «La chiamata di Cristo ad aprirsi "all'altro" ha un raggio d'estensione sempre concreto e sempre universale. Riguarda ciascuno perché si riferisce a tutti. La misura di questo aprirsi non è soltanto - e non tanto - la vicinanza dell'altro, quanto proprio le sue necessità: avevo fame, avevo sete, ero nudo, in carcere, ammalato...
Rispondiamo a questa chiamata cercando l'uomo che soffre, seguendolo perfino oltre le frontiere degli stati e dei continenti. In questo modo si crea - attraverso il cuore di ciascuno di noi - quella dimensione universale della solidarietà umana.
La missione della Chiesa è di custodire questa dimensione: non limitarsi ad alcune frontiere, ad alcuni indirizzi politici, ad alcuni sistemi. Custodire l'universale solidarietà umana soprattutto con coloro che soffrono; conservarla con riguardo a Cristo che proprio tale dimensione di solidarietà con l'uomo ha formato una volta per sempre».
Ed un altro passo dello stesso libretto, tratto dalla Pastores dabo vobis (nr. 21), Capo, cioè Servo: «Gesù Cristo è Capo della Chiesa, suo Corpo. È "Capo" nel senso nuovo e originale dell'essere servo, secondo le sue stesse parole: «Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10, 45). (…)
L'autorità di Gesù Cristo Capo coincide dunque con il suo servizio, con il suo dono, con la sua dedizione totale, umile e amorosa nei riguardi della Chiesa. E questo in perfetta obbedienza al Padre: egli è l'unico vero Servo sofferente del Signore, insieme Sacerdote e Vittima.
Da questo preciso tipo di autorità, ossia dal servizio verso la Chiesa, viene animata e vivificata l'esistenza spirituale di ogni sacerdote.
In questo modo i ministri potranno essere "modello" del gregge, che, a sua volta, è chiamato ad assumere nei confronti del mondo intero questo atteggiamento sacerdotale di servizio».
Ogni ministro ordinato, sacerdote o diacono, come anche qualsiasi fedele, è chiamato ad essere nel mondo segno e modello di questo atteggiamento sacerdotale di servizio.
Domenica in Chiesa il parroco ha fatto un bel parallelismo rivolgendosi ai bambini. A casa vostra chi comanda? Mamma è papà... e chi è che serve di più? Mamma e papà... In fondo la famiglia ci ricorda che il potere è per il servizio! Paolo
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