Parola da vivere
Veramente, quest'uomo era Figlio di Dio! (Mc 15,39)
Iniziamo una settimana più da vivere che da celebrare. Le rappresentazioni, più o meno artistiche, della passione di Gesù non sempre aiutano a vivere il mistero della sua morte, così pure certi riti tradizionali sembrano esaurirsi in compassione e lacrime, ma si spengono sul silenzio del sepolcro.
L'entrata di Gesù in Gerusalemme, profezia del Regno del Messia, ci invita a mettere come tappeto per l'asinello che porta Gesù, le nostre illusioni religiose, le presunzioni di essere tra i buoni, tra quelli che non l'hanno tradito e abbandonato.
Una settimana per imparare ad amare, come Lui, ogni volto di dolore come volto di Cristo, per riconoscere in ogni dolore, mio, di chi mi sta accanto, dei popoli e della Chiesa, la passione di Cristo, il luogo dove Lui nell'amore è Dio e nel dolore è tutta l'Umanità. Lo riconosceremo nell'annientamento dell'Eucaristia, nella tragedia universale della "via crucis", strada che percorre i cuori e i luoghi di ogni sofferenza umana, nel silenzio straziante sulla croce dove sembra realizzarsi per tre giorni la vittoria del buio, della distruzione e del caos.
Nel Vangelo di Marco è un soldato, simbolo dell'arroganza, del potere e della forza che ci annuncia la Pasqua, la nuova vita: "quest'uomo era Figlio di Dio!" e ci apre alla speranza di aver riconquistato un posto nel cuore del Padre.
Testimonianza di Parola vissuta
IL NONNO
Avevo sette anni quando i miei genitori hanno divorziato. Mio padre, pur buono, non era una persona affidabile. Programmava di venirci a trovare nei week-end, poi si dimenticava; prometteva di portarci con lui in vacanza, ma ciò non si è mai realizzato; per mesi non ci ha dato il sostegno economico.
Quando mi sono sposata, noi andavamo a trovarlo ed eravamo sempre bene accolti, ma lui non veniva mai da noi. La nostra giovane famiglia cresceva e questo comportamento mi sembrava sempre più difficile da capire. "Se vuole vedere i suoi nipoti deve venire qui!" pensavo, Ma poi ho capito che, se avevo scelto di vivere per l'unità e la pace, non potevo ragionare così. Abbiamo quindi deciso di andare a trovarlo regolarmente, con affetto, senza aspettarci nulla in cambio. In questo modo, le vecchie ferite hanno cominciato a rimarginarsi, il passato è divenuto una barriera superata. Il frutto più visibile è stato il rapporto che i nostri figli hanno costruito con mio padre: inconsci delle ferite del passato, sono cresciuti nel!'amore per il nonno.
L'anno scorso la sua salute è andata peggiorando. A settembre ci ha lasciati Eravamo al suo capezzale, abbiamo pregato con lui e per lui, è morto nella pace, sapendo che avremmo preso cura di ogni sua cosa, dei suoi amici, dei suoi interessi, in modo particolare del suo cane.
(N.N., USA)
(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola)
Sempre bellissime le testimonianze di Parola vissuta. Anche nelle difficoltà: Anche nel dolore.
RispondiEliminaUn mio amico giusto ieri mi diceva che ha sofferto tanto nella vita e continua a farlo. Lui la traduce in una dimenticanza da parte di Dio.
E io cosa posso dirgli?
Spero che la Parola del Signore in questa Pasqua mi ispiri qualcosa di consolatorio e rasserenante.
Buona notte, carissimo Gigi!
Non è difficile intuire che in una situazione di dolore si sia convinti che Dio ci abbia dimenticati. In effetti non sempre riusciamo a trovate un motivo sufficiente e convincente per pensare diversamente. Il poter cogliere anche in una situazione di sofferenza, e soprattutto prolungata, la presenza di un Dio che nonostante tutto ti ama, è un dono che ti viene dato…
RispondiEliminaGesù stesso, nel colmo del suo dolore, ha gridato "Dio mio, perché mia hai abbandonato?"… E questo è tutto un programma; anche se Lui, perché credeva che era tutto amore del Padre, ha soggiunto: "Nelle tue mani affido la mia vita…".
È difficile alle volte, se non impossibile, dire qualcosa che possa essere di sollievo. La vicinanza sincera e disinteressata di persone che non danno giudizi e non cercano di convincere, ma cercano di amare concretamente, possono essere un tramite e una testimonianza che Dio non ci abbandona. Alla fine, quando uno si sente accolto, forse è più facile che sia anche disposto ad accettare una parola, che, perché accompagnata da una vita, non è vuota.
Penso che il nostro vivere la Pasqua sia proprio questo nostro essere testimonianza di Gesù risorto vivo ed operante, perché vivo in noi e tra di noi.
Ti ringrazio di questa opportunità che mi hai dato di scrivere queste due righe, perché vorrei che così fosse la mia e nostra Pasqua.
Buona domenica della Palme!
Gigi
Buona domenica anche a te, Gigi caro...
RispondiEliminaProssimamente scriverò (appena riesco a trovare tempo e ispirazione) un post sulla Mostra che stiamo oprganizzando.
Mi piacerebbe tanto che tu, se vieni in Friuli, passassi a trovarci. magari con un po' di preavviso così "allerto" il nostro Monsignor e gli faccio una bella sorpresa!!!
Intant mandi e buine zornade!
Dovremmo fare una breve capatine entro la fine del mese...
RispondiEliminaLa mia email è "luigividoni@gmail.com"
Buona settimana santa!