Parola da vivere
Gloria a Dio nel più alto dei cieli,
pace in terra agli uomini che egli ama (Lc 2,14)
È l'invito a far festa per il nuovo re, colui che rinnova le speranze del popolo. Eppure quante volte il grido è stato soffocato dalle delusioni dei salvatori che si sono alternati nella storia!
In questa notte è il cielo stesso che canta con i suoi angeli il prodigio dell'amore che si è fatto uomo, minuscola creatura, miracolosa nascita che nella austerità dei segni della povertà contiene l'ultimo autentico annuncio di salvezza.
In questa notte santa non possiamo non riservare momenti alla contemplazione, al silenzio interiore, alla coscienza del buio che la vita e il mondo continuamente ci offrono come risposta alla nostra debolezza, ai nostri fallimenti e alla presunzione di costruire una salvezza con le nostre mani. Nella totale disponibilità di Maria e Giuseppe troviamo il segreto di ripristinare la culla a Dio che viene tra noi e vuole stare con noi: nascere, crescere e morire d'amore per ristabilirsi nella Trinità con tutti noi: "Padre, non si è perso nessuno di quelli che mi hai dato!" dirà Gesù sacrificandosi sull'altare della croce.
Ma non basta celebrare e contemplare. Bisogna che ognuno trovi la statura della crescita di Gesù in lui.
Prima di tutto credere all'amore, unico dono del Padre e sostanza del nostro dono, dei regali mutui in cui siamo gli uni degli altri dono. Il bambino Gesù non solo ci sorride, ma ci ha parlato dell'essenza del vivere: amatevi come io vi ho amato. L'amore di ognuno lo rende presente incontrandosi con l'amore dell'altro, come delle fiaccole che si accendono una ad una nella notte e la trasformano in luce e calore. La nostra festa non può escludere il coro del cielo dai nostri cori, dai nostri meravigliosi presepi. Gli alberghi di Betlemme devono fare posto a tutti, senza chiudere la porta ai poveri. I nostri granai siano svuotati dalle armi che li difendono, le armi diventino aratri, le nostre piazze mercati aperti a tutti: "Venite e comprate senza denaro!" dice il profeta.
Da questa notte deve rinnovarsi la nostra scelta di vita, la scelta amorosa di un Salvatore che temiamo come una utopia e si rivela sempre più unica certezza. Lasciamoci stringere nell'abbraccio del Cielo con la Terra, sognando il giorno che tutta la Terra diventi Cielo e il Cielo recuperi la Terra che un giorno ha creato.
(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola)
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