C'è un prefazio, nella Messa, che dice: "E hai donato il tuo Spirito per far di tutte le nazioni un popolo nuovo, che ha come statuto il precetto dell'amore": è entusiasmante sapere che "la regola del popolo di Dio sia il comandamento dell'amore… di tutta la Chiesa: dai laici ai sacerdoti, ai religiosi, ai vescovi…".
"È la norma sulla quale tutte le altre norme hanno valore e senza la quale nulla ha senso (né la preghiera, né l'apostolato, né il donare i beni, né il dare la vita…)".
Tutto questo è la "specifica via, il nostro tipico modo di essere", di noi cristiani di questo tempo. Essere questo amore reciproco in atto (il cui "effetto" è la presenza di Gesù tra noi) "come se non avessimo nient'altro da fare. Perché il resto viene da sé: l'amore illumina e illumina bene su ogni nostro dovere".
"È un'esperienza che va fatta… a sera ci troveremo cambiati; magari stanchi, ma con un nuovo entusiasmo per la meravigliosa divina vita che Dio ci ha dato".
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