"Nel giorno del Signore, riunitevi, spezzate il pane e rendete grazie, dopo aver confessato i vostri peccati, perché il vostro sacrificio sia puro.
Chiunque invece ha qualche discordia con il suo compagno, non si raduni con voi prima che si siano riconciliati, perché non sia profanato il vostro sacrificio. Il Signore infatti ha detto: In ogni luogo e in ogni tempo mi si offra un sacrificio perfetto, perché un grande Re sono io, dice il Signore, e mirabile è il mio nome fra le genti (cfr. Mt 1, 11. 14)".
Quante volte, prima di accostarmi all'Eucaristia, mi sono chiesto se ero riconciliato con tutti! E quante volte ho dovuto farlo prima! Spesso non è possibile farlo materialmente: in questi casi cerco di rettificare le mie intenzioni e prego per le persone con le quali vorrei essere in piena armonia. Alla prima occasione utile cerco di chiarirmi. Non sempre è facile e non sempre si ottiene il risultato sperato: anche questo fa parte di quella sofferenza che ci viene chiesta per poter essere seguaci credibili del vangelo. Chiedo di non arrendermi e che mi venga data la grazia della pazienza.
Ogni domenica, mentre accolgo le persone alla porta della chiesa prima che inizi la messa, penso che dovremmo essere tutti "riconciliati". Ogni saluto personale, ogni sorriso, ogni richiesta di aiuto per la celebrazione mi danno l'occasione per vivere io per primo quello che viene richiesto a tutti. Con qualcuno poi con cui c'è invece un rapporto di intesa non superficiale, la dichiarazione ad essere testimoni di quell'amore reciproco che Gesù vuole è più esplicita e non di rado sperimentiamo una presenza dello Spirito che si fa sentire su tutta l'assemblea. È proprio vero che ad alcuni è chiesto di essere "lievito" in mezzo all'assemblea per poter far fermentare la massa!
Prima dell'inizio della celebrazione, preparandoci al canto d'ingresso, invito tutti a riscoprire il motivo profondo per cui siamo stati "convocati" e poter così sperimentare la gioia di far parte della stessa "famiglia".
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