Benedetto XVI ha inviato un messaggio.
Riporto alcuni passi che mi sembrano significativi.
"La Parola di Dio può ripristinare l'umanità nella riconciliazione, nella giustizia e nella pace. È questa la parola di vita che la Chiesa deve offrire a un mondo in frantumi.
Il cristianesimo è la religione della Parola di Dio, «non una parola scritta e muta, bensì incarnata e vivente» (cfr San Bernardo, S. Missus est 4, 11 PL 183, 86). Solo Cristo, Verbo eterno del Dio vivente, attraverso lo Spirito Santo può aprire la nostra mente per comprendere le Scritture (cfr Lc 24, 15; Catechismo, n. 108).
La comunità dei credenti può essere il lievito della riconciliazione, ma solo se «resta docile allo Spirito e rende testimonianza al Vangelo, solo se porta la Croce come e con Gesù» (Omelia nella solennità di Pentecoste, 11 maggio 2008). A questo riguardo, desidero fare mia una riflessione del servo di Dio Papa Giovanni Paolo II, il quale ha osservato: «Come, infatti, annunciare il Vangelo della riconciliazione, senza al contempo impegnarsi ad operare per la riconciliazione dei cristiani?» (Ut unum sint, n. 98). Lasciate che questa osservazione trovi la sua strada anche nelle vostre attività in questi giorni. Possano i vostri cuori essere sempre guidati dallo Spirito Santo nella forza unificatrice della Parola di Dio!
Tutti i cristiani sono chiamati a imitare l'apertura di Maria, che «accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo» (Lumen gentium, n. 53)".
Il mio (e nostro) "essere" in seno alla comunità, se non è contrassegnato da questa testimonianza di "parola vissuta", vanifica ogni sforzo di evangelizzazione e mi rende sterile, rischiando di finire "calpestato dalla gente" se, come il sale evangelico, perdo il sapore.
Nessun commento:
Posta un commento