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venerdì 11 settembre 2009

Gesù, il centro e il cuore

13 settembre 2009 – 24a domenica del Tempo ordinario (B)

Parola da vivere


Io camminerò alla presenza del Signore (Sal 114,9)


Il salmista ricorda i suoi momenti difficili quando, preso dalla paura della morte, il Signore gli era particolarmente vicino. Le sue parole sono quelle della gratitudine e dell'amore: Dio "ascolta il grido della preghiera" e di quanti sono "nella tristezza e nell'angoscia". Quando il salmista si rende conto che il Signore lo "ha salvato", allora la sua anima ritorna serena e promette di vivere davanti al Signore: "camminerò alla presenza del Signore".
Gesù, Figlio di Dio, Dio egli stesso, è il centro e il cuore di ogni realtà. Gesù risorto è in mezzo a noi come centro vivo del nostro essere Chiesa. È in noi con una continua presenza invisibile e misteriosa, propria del mistero di Dio, che chi è nato da Dio sa cogliere. Gesù è presente nella sua Parola, proclamata nella Scrittura e nella voce della Chiesa. Ascoltando quindi questa Parola noi camminiamo alla sua presenza e in comunione con Lui. Gesù è in noi ogni volta che celebriamo i Sacramenti, ogni volta che compiamo questi gesti e queste parole nelle quali si fa sentire vivo e risorto. Gesù è nel cuore di ogni uomo che crede e spera, è nel cuore dell'Umanità che è sua, nel cuore della Chiesa. Gesù è là dove si celebra e si ama; è là dove due o tre sono riuniti nel suo amore; è nei piccoli, nei malati, nei carcerati, negli emarginati, nello straniero solo e privo di mezzi. Gesù entra in ogni sofferenza. Per questo noi possiamo camminare sempre alla sua presenza.

Testimonianza di Parola vissuta

Sono algerina musulmana. Mio padre, uomo colto e religioso, ci ha educati nell'amore di Dio, nella tolleranza e disponibilità verso gli altri. Nel tempo della colonizzazione francese c'erano nella mia città molti ebrei e cristiani: si viveva tutti insieme in armonia. Io ero bambina, e spesso mi chiedevo: queste altre religioni adorano veramente il mio stesso Dio? Volevo farne l'esperienza e così ho deciso un giorno di verificare nei loro luoghi di culto se sentivo la presenza di Dio. Sono andata nella chiesa e nella sinagoga. Ricordo la sensazione fortissima che ho provato e che in quel momento mi spiegavo solo così: anche qui c'è Dio.
Avevo otto anni e la cosa mi ha rassicurata e fatta felice: le mie compagne migliori, che erano cattoliche o ebree, mi sono sembrate più vicine e potevo amarle di più, perché ciò che consideravo una barriera alla nostra amicizia, la differenza di religione, non esisteva più.
Da allora ho sempre apprezzato un sogno: che gli uomini di tutte le religioni possano vivere in comunione, portando un profondo mutuo rispetto anche per ciò che li separa.

(R.B., Algeria)


(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, esperienza in parrocchia)

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