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domenica 20 settembre 2009

Amati e chiamati


Nel rileggere i pensieri del libretto "Come il Padre…" sull'Anno sacerdotale (primo volume) – con una rilettura applicata al diacono e molto appropriata – riporto una breve sintesi di alcune frasi prese dal secondo capito "Amati e chiamati".

Si legge nel Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi: "La sequela di Cristo nel ministero diaconale è impresa affascinante ma ardua, piena di soddisfazioni e di frutti, ma anche esposta, talvolta, alle difficoltà e alle fatiche dei veri seguaci del Signore Gesù Cristo. Per realizzarla, il diacono ha bisogno di stare con Cristo affinché sia Lui a portare la responsabilità del ministero, di riservare il primato alla vita spirituale, di vivere con generosità la diaconia, in modo da progredire nell'adesione alla persona e alla missione di Cristo Servo" (n. 50).

I testi completi si possono trovare nel mio sito di documenti:

«Quel Dio, del quale il mondo odierno si interessa così disperatamente poco, mi ha chiamato. Forse vale la pena, in questo contesto, richiamare brevemente alla memoria la storia della nostra personale vocazione...
Dio mi ha chiamato… È questo che voglio ripetermi, quando la mia vocazione comporta difficoltà, quando di tanto in tanto gusterò e attraverserò forti delusioni.
Non sono stato io a chiamarmi, Dio mi ha chiamato!
Dio che mi ha chiamato, rimarrà sempre con me». (25 luglio)

«Il momento più bello non è quando l'anima scopre la chiamata di Dio, ma quando dice il suo sì, quando attua la chiamata di Dio, quando la sua volontà aderisce a quella di Dio». (26 luglio)

«La sequela di Gesù significa: lasciarsi cadere nelle sue braccia, lasciarsi portare da lui, confidare in lui.
La via per lasciarsi trasformare e redimere è indubbiamente la via della comunione con Gesù, del fidarsi di lui e del vivere con lui. Ciò significa, in ultima analisi, che la via della vocazione è la via della croce». (28 luglio)

«Un'esistenza contemplativa significa: scorgere in ogni cosa la presenza di Dio, farsi toccare e muovere da lui, farsi possedere e riempire dal Dio presente, dal Dio in Dio, dal Dio nel mondo, dal Dio nella Chiesa, nella comunità». (1° agosto)

«La preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. …una preghiera non fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore. Non circoscritta a determinati tempi od ore, ma fiorire continuamente notte e giorno. …anche quando siamo occupati in altre faccende…, perché insaporito dall'amore divino, come da sale, tutto diventi cibo gustosissimo al Signore». (2 agosto)

«Se sapessimo quanto Nostro Signore ci ama, moriremmo di gioia! …
Essere amato da Dio, essere unito a Dio... Tutto sotto lo sguardo di Dio, tutto con Dio, tutto per piacere a Dio...
Ecco la felicità dell'uomo sulla terra». (4 agosto)

«La preghiera personale è insostituibile, perché viene il tempo in cui ciascuno è chiamato a incontrare Dio a tu per tu, in un incontro spirituale.
Deve sgorgare dal cuore… a parole o senza». (5 agosto)

«Dio ha in noi il suo vivo strumento, il suo ministro, perciò il suo interprete, l'eco della sua voce.
Questo fatto prodigioso comporta un dovere, il primo e il più dolce…: quello dell'intimità con Cristo, nello Spirito Santo; quello cioè di una autentica e personale vita interiore, custodita nel pieno stato di grazia, volontariamente espressa in un continuo atto riflesso di consapevolezza, di colloquio, di amorosa, contemplativa sospensione». (6 agosto)

«Non sottolineeremo mai abbastanza quanto la nostra personale risposta alla chiamata alla santità sia fondamentale e decisiva… perché il nostro personale apostolato sia fruttuoso… perché il volto della Chiesa rifletta la luce di Cristo». (7 agosto)

«La preghiera sorge dalla santità di Dio e nello stesso tempo è la risposta a questa santità». (8 agosto)

«Gesù non ha solo partecipato al culto divino ufficiale. Forse anche più di frequente gli Evangeli parlano della sua preghiera solitaria nella tranquillità della notte, sulla cima dei monti, nel deserto, lontano dagli uomini». (9 agosto)

«Il cristiano conta per tutto su Dio solo, e niente su se stesso. Sì, è per mezzo della preghiera che tutti i giusti hanno perseverato...». (13 agosto)

«Il successo della vostra azione sarà assicurato a misura che aumenteranno le riserve del vostro spirito. È infatti la vita interiore che darà forza all'apostolato…
Dio vuole che Gesù dia la vita alle opere... Egli solo, Gesù, è la vita; di conseguenza, per partecipare a tale Vita e comunicarla agli altri, essi debbono essere innestati sull'Uomo-Dio». (16 agosto)

«La preghiera dà una particolare sensibilità verso questi "altri", rendendo (il sacerdote o il diacono) attento ai loro bisogni, alla loro vita ed al loro destino. La preghiera permette al sacerdote (al diacono) anche di riconoscere coloro "che il Padre gli ha dato". Come essere "per" tutti costoro - e "per" ciascuno di essi - sul modello di Cristo? come essere "per" coloro, che "il Padre dà a noi", affidandoceli come un impegno? La nostra sarà sempre una "prova d'amore", - una prova che dobbiamo accettare, prima di tutto, sul terreno della preghiera». (17 agosto)


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