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mercoledì 19 agosto 2009

Corresponsabilità pastorale


In questo anno dedicato ai sacerdoti mi soffermo spesso a riflettere sul rapporto esistente tra sacerdote e diacono. L'ho fatto anche all'inizio dell'anno sacerdotale con un pensiero rivolto alla ricerca di un punto di "incontro", che non poteva essere se non in Gesù in croce, nel mistero del suo abbandono, nella dimensione massima del suo darsi. Evidentemente ogni riflessione va poi confrontata con la nostra vita, col nostro operare.
A questo proposito, ed in continuazione con l'esperienza del Convegno sul diaconato svoltosi recentemente a San Giovanni Rotondo, ho ripreso un articolo di Luca Garbinetto (presente al Convegno), presbitero della congregazione di San Gaetano che ha al suo interno religiosi preti e diaconi; articolo apparso sulla rivista Il diaconato in Italia n° 155.
Descrive la testimonianza della collaborazione parrocchiale pastorale effettiva tra preti e diaconi, secondo il carisma del suo fondatore (don Ottorino Zanon).

Ne riporterò alcuni stralci, tra quelli che ritengo più significativi, perché dicono molto a noi, diaconi sposati e preti (che non siamo religiosi), sul nostro genuino rapporto di reciprocità, per una vera carità pastorale:

«…
…vivono in comunità, come preti e diaconi, assumendo insieme la cura pastorale delle parrocchie che vengono loro affidate.

Il loro impegno è dunque quello di allargare, come a cerchi concentrici, nella comunità cristiana e nella società in cui vivono, lo stile famigliare che li caratterizza. Esso si traduce sul piano pastorale nella pratica della conduzione comunitaria. Preti e diaconi assumono così in maniera corresponsabile la guida della parrocchia.

Non è possibile capire chi sono veramente i diaconi senza mettere in discussione l'impianto teologico e pastorale del ministero ordinato e della ministerialità nella sua interezza.

I diaconi, vivendo e lavorando a fianco dei presbiteri, aiutano a delineare meglio l'identità, i compiti e le relazioni di quest'ultimi, e di riflesso anche le proprie e quelle dei laici.

Nell'ambito relazionale, gli uni e gli altri si definiscono a vicenda. Il presbitero serve significativamente la comunità cristiana come educatore alla fede, celebrando i sacramenti che uniscono l'esistenza concreta di tutti al sacrificio di Cristo e portando i fratelli all'unità. Il diacono serve significativamente la comunità come educatore alla carità, chiamando ognuno al molteplice servizio verso tutti, specialmente i più bisognosi.

Il diacono, a partire dall'esemplarità del suo ministero distinto da quello presbiterale, educa ognuno a mettere a servizio di tutti, come Gesù sacerdote servo, i doni ricevuti fino al dono della vita, espressione suprema della carità. In particolare, l'ambito specifico dell'esercizio del ministero del diacono è la scoperta e la valorizzazione di tutti quei ministeri che danno organicità al servizio della carità e della promozione umana. Nella pastorale c'è anche il pericolo che la comunità cristiana si chiuda in se stessa e identifichi i suoi spazi con quelli liturgici o catechetici, esaurendo tutto nella sola e semplice autopromozione. Compete al diacono abbattere steccati e tenere la comunità sempre aperta alle provocazioni che vengono dall'esterno, dalla vita concreta della gente, dalla sofferenza, spesso scomoda degli ultimi. Con il suo ministero il diacono dà progressivamente una inclinazione diaconale alla pastorale, affinché tutta la comunità cristiana si ritrovi a pensarsi e a strutturarsi attorno al servizio dei poveri

Sul piano pastorale (si pensi) alle difficoltà che vivono molti sposati diaconi nei rapporti con i presbiteri, in particolare con il proprio parroco. Qui invece il rapporto tra prete e diacono è caratterizzato da reciprocità e corresponsabilità.

I diaconi (assumono) le responsabilità che competono loro nella parrocchia e nella diocesi, in stretta collaborazione, nel confronto quotidiano e nell'armonica ricerca di un completamento reciproco con i presbiteri. Allo stesso tempo, fanno riferimento a un preciso mandato che viene dal vescovo, nel caso di assumere responsabilità e uffici a livello di Chiesa locale.
Non sembra quindi interessare ai diaconi la rivendicazione di una qualche co-presidenza della comunità cristiana a fianco del presbitero, che sarebbe poi da esprimersi nella celebrazione dell'eucaristia. Il rapporto con i confratelli presbiteri appare però marcato dalle caratteristiche della fraternità.

…»

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