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domenica 8 marzo 2009

Riscoprire il ministero diaconale


Ho ripreso in mano l'articolo di Giuseppe Bellia apparso sul numero 152/153 (settembre/dicembre 2008) della rivista "Il Diaconato in Italia", dal titolo "Per riscoprire il ministero diaconale".
Quanto l'Autore dice mi interpella sul mio essere diacono, in quanto ministro ordinato, e sul mio rapportarmi con la comunità cristiana e col mondo che sono chiamato a servire.
Viene esplicitamente ricordato come "il ministero ordinato evochi un ruolo di guida e una funzione direttiva", appiattendo il significato sacramentale in una "esperienza di potere gerarchico del mondo, perdendo quella costitutiva configurazione profetica di servizio modellata sull'esempio normativo di Cristo, venuto per «servire e non per essere servito». In realtà il servizio cristiano, non soltanto è caratterizzato dall'originaria impronta cristologica, ma s'inscrive all'interno della missione ecclesiale che vuole i battezzati chiamati a compiere un'opera di mediazione per fare conoscere e rendere partecipi tutti gli uomini della vita divina".
"Questa mediazione non è impresa della carne e del sangue ma effetto dell'azione dello Spirito Santo sui credenti che li anima facendoli diventare soggetti nuovi, singolari e adatti a compiere ciò per cui li ha suscitati. La caratterizzazione è di natura oggettiva per i carismi ordinati, a motivo della fedeltà di Dio che si dona all'uomo senza pentimento, e tuttavia i doni offerti alla chiesa non si devono intendere come oggetti amorfi che operano a prescindere dalla soggettività delle persone accolte nella diversità della loro attività carismatica. I carismi, essendo suscitati dalla fede in Cristo, coinvolgono totalmente la soggettività del credente. La diaconia ordinata nasce all'interno di questi carismi di fatto gratuitamente dispiegati dall'operazione dello Spirito nel concreto dell'esistenza dei singoli cristiani e costituiscono uno dei criteri di discernimento della stessa chiamata ai ministeri".
La storia però ha visto il ministero ordinato sempre più uniformato "su modelli sempre più coincidenti con la società civile", rivolti prevalentemente ai membri della stessa comunità cristiana, venendo meno la spinta missionaria sul mondo circostante. "Lo stesso popolo cristiano non sarà più visto come soggetto compartecipe della comune missione evangelizzatrice, ma come semplice destinatario della cura pastorale", con una "deriva individualistica del ministero" ed una "progressiva emarginazione ed eliminazione di altri soggetti carismatici dalla conduzione della comunità/parrocchia"; la stessa "funzione diaconale diventa aleatoria ed evanescente".
"Riscoprire il primato dei poveri e ridare alla diaconia ordinata la sua funzione di mediazione sacramentale, per i padri del Concilio Vaticano II furono momenti di un unico processo; ma senza un movimento corale che punta verso il recupero della missione della Chiesa attraverso il riconoscimento di una ministerialità diffusa, ordinata e no, anche la restaurazione del diaconato nella sua forma permanente è destinata a non produrre esiti apprezzabili. Ne è prova l'impaccio che teologi, vescovi e cristiani comuni provano nel definire l'identità del diacono senza fare riferimento alla gestione di uno specifico potere diaconale: si fatica a credere che l'esperienza della comunione sia realtà ben più vantaggiosa e trainante delle distinzioni di attribuzioni e compiti".
"Il ministero del diacono deve allora con pazienza ricollocarsi dentro l'alveo della fedeltà al vangelo e ai poveri, in una ricerca ecclesiale di autenticità, senza la quale si producono esiti individualistici".

Da quanto esposto sono sempre più convinto (e l'esperienza quotidiana me lo conferma) che il diacono è una "grazia", all'interno della "comunione ecclesiale", per "quello che è" (segno di quella carità che porta all'unità, accoglienza personale e comunitaria di coloro che sono gli ultimi, in tutti i sensi…), e non tanto per "quello che fa", se quello a cui è stato deputato è una "spartizione di compiti" che in ultima istanza è una "spartizione di poteri", sul modello della società civile.


3 commenti:

  1. In questo Blog si respira aria buona...
    Oggi sul mio blog parlo di "Anima e i mezzi di comunicazione: quale relazione?”...

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  2. Grazie, Paolo, della tua visita e dalla possibilità che mi hai dato di entrare nel tuo blog, dove ho lasciato anche un commento.
    Luigi

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  3. Grazie di essere intervenuto nel dibattito. La trasmissione è stata interessante e abbiamo anche ripreso (in diretta) i commenti nel BLOG...
    Grazie. Ti aggiornerò sui temi delle prossime trasmissioni poichè vogliamo sempre di più coinvolgere "Il popolo della rete"

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