20a domenica del Tempo ordinario (A)
Isaia 56,1.6-7 • Salmo 66 • Romani 11,13-15.29-32 • Matteo 15,21-28
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Appunti per l'omelia
Non sono stato inviato che alla casa di Israele
Il disegno di Dio è di arrivare a tutti attraverso il popolo eletto: e Gesù compie la missione di far crescere la fede in questo popolo, proprio per la fede di tutti.
Il popolo di Dio, oggi, è la Chiesa e Gesù chiede che prima di tutto sia una comunità che vive il Vangelo: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore a null'altro serve che ad essere gettato via» (Mt 5,13).
A volte le scelte della Chiesa e della comunità cristiana sembrano insensibili alle richieste della gente: ma è più importante che venga testimoniata a tutti la fede, anziché soddisfare tutte le pretese.
Ricordava Agostino: «La prima carità è l'annuncio del Vangelo!», perché il Vangelo rinnova la vita personale e sociale, rendendo le persone protagoniste del proprio "destino".
La misura della crescita di una comunità non sta anzitutto nel numero di Messe, feste, attività, ma nelle occasioni offerte per il confronto con il Vangelo, nella capacità di ascolto, di accettazione reciproca, di collaborazione, pur nella diversità.
Evangelizzare non è voler cambiare gli altri, ma vivere per primi il Vangelo.
Dalla comunità possiamo attenderci più proposte di confronto con la Parola che di feste e riti.
Donna, grande è la tua fede!
Nonostante il silenzio, il rifiuto e la quasi brutale distinzione tra figli e cani, la donna insiste nel chiedere aiuto a Gesù. Sa di non aver alcun diritto, eppure è sicura di Gesù: dietro l'apparente durezza scorge il suo amore e il suo desiderio di venirle incontro.
Gesù non compie "miracoli" per attirare alla fede, ma dove trova la fede: lui vede e vuole il nostro bene più di quanto lo vediamo e vogliamo noi stessi. Possiamo essere sicuri che ci ama anche quando non sentiamo immediate consolazioni, che ci ascolta ed esaudisce anche negli apparenti "no" alle richieste, che non ci abbandona nel momento dello smarrimento. Da lui sentiamo parole di speranza, l'invito a costruire con lui il nostro cammino e il cammino di chi ci incontra.
È molto attuale la lezione che emerge da questo brano:
- l'incontro autentico con Gesù non si realizza nella pratica stanca e abitudinaria di un cristianesimo considerato come un'eredità che ci troviamo fra le mani, ma si compie nella fede, un rapporto personale, sempre nuovo e sempre da rinnovare, con Gesù;
- il contatto sempre più frequente e quotidiano con persone di altre religioni, vissuto nel dialogo rispettoso, non è per noi un cedimento o tradimento del Vangelo o rinuncia alla nostra identità, ma è una forma in cui si esprime la missione universale dei discepoli di Gesù.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Donna, grande è la tua fede! (Mt 15,28)
(vai al testo…)
PDF formato A4, stampa f/r per A5:
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata
• Pietà di me,Signore, figlio di Davide (Mt 15,22) - (20/08/2017)
(vai al testo)
• Donna, grande è la tua fede! (Mt 15,20) - (17/08/2014)
(vai al testo)
Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• La grande fede della donna cananea che "cambia" Gesù (18/08/2017)
• L'appartenenza a Cristo si fonda unicamente sulla fede (16/08/2014)
Commenti alla Parola:
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 8-9.2020)
• di Cettina Militello (VP 7.2017)
• di Gianni Cavagnoli (VP 7.2014)
• di Marinella Perroni (VP 7.2011)
• di Enzo Bianchi
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
(Immagine: La cananea, acquarello di Maria Cavazzini Fortini)
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