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venerdì 30 novembre 2018

Un momento che si rinnova sempre


1a domenica di Avvento (C)
Geremia 33,14-16 • Salmo 24 • 1 Tessalonicesi 3,12-4,2 • Luca 21,25-28.34-36
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Vedranno il Figlio dell'uomo venire
Noi possiamo "vedere" Gesù e questo incontro con Lui è la "fine del mondo".
"I segni nel sole, nella luna e nelle stelle" nella Bibbia sono i segni delle apparizioni di Dio. Tutto il creato impallidisce davanti a Lui: questo mondo, che a volte lo nasconde e distrae da Lui, è destinato a compiersi e lasciar spazio ad un mondo nuovo, dove tutto è invito a guardare a Lui come "unico bene".
Mantenere l'attesa e il desiderio dell'incontro con Lui significa scoprire che è anzitutto suo desiderio incontrarsi con noi. Le parole del Padre nostro sono un richiamo continuo: "sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra". Allora è bello attendere questo incontro e rinnovarlo come una sposa fa con lo sposo, una mamma e un papà con i figli.
Il rischio è di perderci "in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita", non centrando più l'attenzione sulla sua Persona.
La frequenza regolare all'Eucaristia domenicale, continuata nella vita di ogni giorno con l'ascolto della sua Parola e la comunione con i fratelli, mantiene viva e attuale questa attesa.

La vostra liberazione è vicina
Ciò che per tutti è fonte di "angoscia, ansia, paura", per i credenti è invito ad "alzare il capo", alla speranza. Lasciar cadere le braccia, rassegnarsi di fronte a ciò che sembra dominare nel mondo e anche in noi è una tentazione. Profeti di sventura sono coloro che ripetono: "Non vale la pena impegnarsi, non cambierà mai nulla"; "non c'è niente da fare, il male è troppo forte"; "la fame, le guerre, le ingiustizie, gli odi esisteranno sempre".
Chi, come Paolo, "ha assimilato il pensiero di Cristo" (cf. 1Cor 2,16), vede la realtà con occhi diversi, scorge il mondo nuovo che sta nascendo e può continuare ad annunciare: "Proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?" (Is 43,19). La speranza non è l'ottimismo, ma scorgere i segni che fanno prevedere il "bello". La speranza di qualcosa di nuovo non può essere smentita, perché fondata sulla promessa di Gesù che trae il bene dal male, che muore e risorge.
In questa luce, in ogni comunità ecclesiale (parrocchiale, diocesana, religiosa) può avvenire il "discernimento comunitario": aiutarsi a capire che cosa Dio prepara nelle varie "crisi". Per es. la crisi delle vocazioni presbiterali non richiama forse a riscoprire il ruolo dei laici e dei vari Consigli di partecipazione? La crisi della fede dei giovani non dice di andar oltre una pratica religiosa ripetitiva e chiusa nei riti?
Che cosa può portare di nuovo e di positivo la crisi dei matrimoni, del terrorismo, dell'inquinamento, della fatica ad educare i figli, della presenza di nuove religioni?

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
La vostra liberazione è vicina (Lc 21,28)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 State attenti... che i vostri cuori non si appesantiscano (Lc 21,34) - (29/11/2015)
(vai al testo…)
 Vegliate in ogni momento (Lc 21,36) - (02/12/2012)
(vai al testo…)
 Fammi conoscere, Signore, le tue vie (Sal 24,4) - (27/11/2009)
(vai al post "L'attesa…")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il tempo in cui Dio viene… ed è vicino come il respiro (27/11/2015)
  Nell'attesa di quel Giorno (30/11/2012)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2018)
  di Luigi Vari (VP 10.2015)
  di Marinella Perroni (VP 9.2012)
  di Claudio Arletti (VP 9.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione di Bernardette Lopez)

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