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venerdì 6 luglio 2018

Gesù, uno di "casa"


14a domenica del Tempo Ordinario (B)
Ezechiele 2,2-5 • Salmo 122 • 2Corinzi 12,7-10 • Marco 6,1-6
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Mentre il vangelo della scorsa domenica era un inno alla fede, quello di oggi è segnato, invece, dalla "non-fede".

E si meravigliava della loro non fede
I suoi si meravigliano di Gesù, e si scandalizzano che la sapienza e l'azione di Dio siano presenti e attive in "questo" uomo, che ben conoscono.
Anche lui, a sua volta, si stupisce: venuto tra i suoi, non è accolto!
Con Gesù ci troviamo davanti allo scandalo di un "Dio fatto carne", che sottostà alla legge della fatica umana e del bisogno, del lavoro e del cibo, della veglia e del sonno, della vita e della morte. Lo vorremmo diverso. Ci piace condividere le prerogative che pensiamo sue; meno gradiamo che lui condivida le nostre, delle quali volentieri faremmo a meno.
Diciamo, a volte: "Se lo vedessi, se lo toccassi, gli crederei!". Eppure, i suoi l'hanno rifiutato proprio perché l'hanno visto e toccato - anzi, schiacciato. Noi abbiamo sempre la possibilità di inventarcene uno a misura delle nostre fantasie.

E che sapienza è mai questa?
La sapienza, attributo più alto di Dio, come può dimorare in "costui" che ben conosciamo? È lo scandalo della fede cristiana: nell'uomo Gesù, in tutto simile a noi, abita la pienezza della divinità. È la storia d'amore di Dio che ha voluto condividere la nostra debolezza e la nostra morte.
Le mani, che operano la stessa forza di Dio, hanno prima lavorato, hanno faticato per tutta la vita fino a quando sono state inchiodate sul legno della Croce.
La parola "falegname" sintetizza 30 anni di Nazareth, di quotidianità insignificante, di esistenza anonima. Non è forse così anche per tante persone che vivono nelle nostre case, nella normalità quotidiana?
La fede non è accettare che Gesù è Dio - il Dio che pensiamo noi! - ma accettare che Dio, il Dio che noi non pensavamo, è quest'uomo, Gesù. Quel Dio che nessuno mai ha visto, lui ce l'ha rivelato (Gv 1,18).
Lo scandalo della fede, uguale per tutti, è costituito dal fatto che la sapienza e la potenza di Dio parli e operi nella follia e nell'impotenza di un amore fatto carne, che sposa tutti i nostri limiti, fino alla debolezza estrema della croce. Infatti "fu crocifisso per la sua debolezza"(2Cor 13,4).
Nel brano di domenica scorsa abbiamo visto che la fede è "toccare". Ora vediamo "chi" tocchiamo. Tocchiamo Gesù, il falegname che finirà sul legno della croce, segno di contraddizione per tutti (Lc 2,34), ma potenza e sapienza di Dio che salva tutti. La fede è accettare proprio lui come "mio Dio e mio Signore".

Un profeta non è disprezzato se non…
Constatazione amara del rifiuto di Israele dietro il quale si profila quello dell'umanità.
A tutti può capitare di inciampare e cadere di fronte alla grandezza di un Dio che si fa piccolo e insignificante, di rifiutare un Dio la cui sapienza è la follia della Croce, che è la follia dell'amore.
Eppure, Lui può entrare nel "concreto" della nostra esistenza, perché si è fatto "carne", "storia" nella nostra storia, e farsi "luce" e vita della nostra "casa".

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria (Mc 6,4)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Impose le mani a pochi malati e li guarì (Mc 6,5) - (05/07/2015)
(vai al testo…)
 Si meravigliava della loro incredulità (Mc 6,6) - (08/07/2012)
(vai al testo…)
 Molto volentieri mi vanterò delle mie debolezze (2Cor 12,9) - (03/07/2009)
(vai al post "Nella debolezza, la forza")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  È nella vita ordinaria che Dio si manifesta (03/07/2015)
  La nostra incredulità (06/07/2012)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 6.2015)
  di Marinella Perroni (VP 6.2012)
  di Claudio Arletti (VP 6.2009)
  di Enzo Bianchi


(Illustrazione di Stefano Pachì)

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