Riprendo il messaggio di papa Francesco per questa Quaresima per rimettermi in sintonia con lui e «vivere con gioia e verità in questo tempo di grazia».
«Per il dilagare dell'iniquità, si raffredderà l'amore di molti» (Mt 24,12).
«Come si raffredda in noi la carità? – si chiede il Papa – Quali sono i segni che indicano che in noi l'amore rischia di spegnersi?».
Ed elenca questi segni dove il nostro cuore entra in quella spirale che non dà ossigeno, ma lo ammorba di quell'aria che è anticipo di morte spirituale, di asfissia: «l'avidità per il denaro», «il rifiuto di Dio» con il conseguente rifiuto «di trovare consolazione in Lui, preferendo la nostra desolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti».
Quando il cuore non pulsa più d'amore, tutto «si tramuta in violenza», soprattutto verso coloro che minacciano le «nostre certezze»: «il bambino non ancora nato, l'anziano malato, l'ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese».
«Anche il creato è testimone di questo raffreddamento della carità: la terra avvelenata…, i mari inquinati…, i cieli solcati da macchine che fanno piovere strumenti di morte».
Le persone con un cuore freddo e arido rivolgono ogni attenzione verso se stessi in una spirale che porta alla paralisi e alla morte. Una desolazione, assenza di speranza, che invade non solo le persone, ma le stesse comunità.
È esperienza quotidiana il constatare se nelle nostre comunità regna un clima di pace, di accoglienza, di gioia, di fraternità, oppure se continuiamo a camminare "per inerzia", con programmi standard, che non si possono modificare, pena l'immobilismo che blocca la spinta ad "uscire" dal nostro guscio autoreferenziale ed andare "oltre" e riempire di gioia e di speranza ogni nostro incontro.
E papa Francesco enumera questi sintomi che bloccano lo slancio delle nostre comunità: «l'accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo l'ardore missionario».
«Chi non ama – dice il noto canto – resta sempre nella notte e dall'ombra della morte non risorge, ma se noi camminiamo nell'amore saremo veri figli della luce!».
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