Questo Blog continua nella nuova versione
venuto per servire
(clicca qui per entrare)


mercoledì 4 maggio 2016

Intervista sul diaconato a
 Mons. Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo di Udine


Riprendo le interviste ai vescovi delle diocesi italiane sul diaconato permanente e i diaconi delle loro diocesi, pubblicate nella rivista L'Amico del Clero della F.A.C.I. (Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia).
Le interviste sono curate da Michele Bennardo.

Michele Bennardo, diacono permanente della diocesi di Susa, ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense. È professore di religione cattolica nella scuola pubblica e docente di Didattica delle competenze e di Didattica dell'Insegnamento della Religione Cattolica e Legislazione scolastica all'ISSR della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, Sezione parallela di Torino. È autore di numerosi testi e articoli e dal 2005 collabora con L'Amico del Clero.

Ho riportato le varie interviste nel mio sito di testi e documenti.

Nel numero 7-8 (luglio/agosto 2015) de L'Amico del Clero è pubblicata l'intervista a Mons. Andrea Bruno Mazzocato , Arcivescovo di Udine.

Alla domanda "Quali requisiti ritiene siano indispensabili per un candidato al diaconato permanente?", mons. Mazzocato ha risposto: «Il diaconato permanente è una vocazione che viene da Dio, un dono che scende dal Padre, per usare le parole di S. Giacomo. Per questo, in primo luogo, è necessario un serio discernimento grazie al quale i candidati e coloro che li frequentano (sacerdoti, diaconi stessi) riconoscano i segni della vocazione.
In sintonia con vari documenti della Chiesa agli aspiranti al diaconato permanente sono richiesti: una buona maturità umana e cristiana e serietà professionale; uno spirito aperto e coraggioso alla missione per annunciare il Vangelo nei vari ambienti e situazioni sociali e culturali; un senso di appartenenza alla Chiesa locale ed esperienza di servizio pastorale; una chiara stabilità nella scelta del matrimonio o del celibato; una libertà evangelica e capacità di relazioni umane; una vita spirituale. Inoltre, è auspicabile che gli aspiranti al diaconato posseggano una adeguata conoscenza teologica che presuppone un diploma di scuola media superiore».

E alla domanda: "Quale tra i classici compiti diaconali (carità, catechesi/evangelizzazione e liturgia) le sembra necessiti di maggior valorizzazione rispetto a quanto avviene oggi nell'arcidiocesi di Udine?", ha risposto: «Credo di poter affermare che sempre più il ministero del Diacono dovrà realizzarsi in stretto rapporto con il ministero episcopale, e quindi dovrà occupare maggiori responsabilità diocesane, direttamente affidate dal vescovo. Restano sempre validi i settori della pastorale della carità, la cura della pastorale dei settori di emergenza, del carcere, della pastorale della salute».

Vai all'intervista…

Nessun commento:

Posta un commento