Il servizio che siamo chiamati ad offrire al nostro prossimo ha la sua radice nell'amore che viene da Dio. Ogni diaconia, infatti, non è semplice cura verso i bisogni materiali, anche se necessari e molto spesso prioritari, ma è cura della persona, di tutta la persona. Così, ogni carità, non è semplice "distribuzione di cibo", ma rapporto vero e sincero con il prossimo che stiamo aiutando, perché siamo fratelli… E doniamo, con i beni materiali e l'assistenza concreta a chi soffre, la pace che viene dallo Spirito.
Scrive bene Chiara Lubich: «La carità verso il prossimo, pur manifestandosi concretamente, non è se stessa, se non ha radice in un atteggiamento spirituale. Quando Paolo parla della carità, non dice che è dare il pane…, anzi chiama "cembalo sonante" dar via tutto ai poveri, se non c'è un atteggiamento preciso. Afferma piuttosto che la carità è "longanime, è benigna, non ha invidia, non agisce invano, non si gonfia, non è ambiziosa, non è egoista, non s'irrita, non pensa il male, non si compiace dell'ingiustizia, ma gode della verità, soffre ogni cosa, ogni cosa crede, tutto spera, tutto sopporta…" (1Cor 13,6-7)».
La carità, se è vera, porta all'unità!
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