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domenica 20 settembre 2015

Il ministero diaconale
risorsa per un nuovo umanesimo [3]



La rivista Il Diaconato in Italia dedica il n° 192 al tema Il ministero diaconale risorsa per un nuovo umanesimo .
Nel riportare i vari articoli nel mio sito di testi e documenti, segnalo questi interventi.






Diaconia e diaconato: scuola di umanità (Riflessioni)
di Francesco Giglio
Non è sempre facile raccontare la vita e le opere di un diacono, specialmente quando questi cerca di vivere la propria "scelta religiosa" a prescindere dalla sua ordinazione. Ho sempre pensato e ora più che mai mi sono convinto che esistono due modi di essere cristiani: uno è "vivere la Chiesa dal di dentro" e l'altro "vivere intorno alla Chiesa". A prima vista credo sia difficile riconoscere la diversità, ma pensandoci bene è facile capire che "vivere la Chiesa dal di dentro" significa sapere esattamente qual è il proprio posto, il ruolo, i compiti ed anche le difficoltà da superare per essere veramente dentro questa Chiesa.
Il "vivere intorno" significa non "servire" ma "servirsi della Chiesa". Allora è facile comprendere che spesso noi cristiani soffriamo di una doppia personalità: una mistica ed una mistificante. La prima piena di apparente santità e religiosità e la seconda interessata alla realizzazione delle proprie aspirazioni o del proprio tornaconto.
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I diaconi e il nuovo abbraccio misericordioso del mondo (Analisi)
di Enzo Petrolino
Se desideriamo veramente comprendere il diaconato, dobbiamo ricollocarlo dentro il quadro complessivo dell'insegnamento del Concilio Vaticano II. Papa Giovanni annunciò la convocazione di un concilio il 25 gennaio 1959, alla fine della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. Solo cinque giorni più tardi, egli diceva al clero di Roma che uno dei suoi intendimenti principali era promuovere l'unità della Chiesa, ma vista in modo nuovo. Così affermava: «Noi non intendiamo nominare un tribunale che giudichi il passato. Non vogliamo provare chi avesse ragione e chi torto. Le responsabilità sono state divise. Tutto ciò che vogliamo dire è "Ritroviamoci insieme e poniamo fine alle nostre divisioni"». […]
È del tutto evidente che secondo papa Giovanni i cattolici avevano litigato troppo con gli altri cristiani, e li avevano per contro amati troppo poco. Era suo intendimento, quindi, ripristinare il primato dell'amore nella vita cristiana: Convincete le persone con l'amore! Fate che la Chiesa cattolica sia conosciuta perché possiede la pienezza dell'amore! L'amore tollerante e paziente - diceva - ha «in se stesso il potere inoppugnabile della persuasione». […]
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La Chiesa è posta in mezzo ad un mondo tenuto insieme dal suo stesso tendere verso la piena realizzazione. Privilegiata da tale consapevolezza, essa esiste per aiutare tutti a trovare questo destino comune. Ogni cosa che essa opera è per la salvezza del mondo, di cui essa stessa è parte integrante.
E le cose non stavano esattamente così. In realtà, qui andiamo dritto al cuore dell'insegnamento della Gaudium et Spes, là dove di fatto una battaglia combattuta per decenni nella dottrina cattolica veniva a dichiararsi vinta dai "grandi di cuore". […]
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Il ripristino del ministero diaconale
Il Concilio insegna che noi penetreremo più a fondo la verità rivelata che ci è stata affidata se sapremo ascoltare le voci e i bisogni del mondo di oggi, e ciò per una ragione duplice e piuttosto complessa: innanzitutto, Cristo stesso ci ha detto che dobbiamo cercarlo nei poveri - «ciò che avete fatto ad uno dei miei fratelli più piccoli l'avrete fatto a me» (Mt 25,40); in secondo luogo, Cristo è anche il Salvatore del mondo di oggi, e proprio dove esso soffre, là Egli lo risana o vuole risanarlo. Più comprendiamo, guidati dallo Spirito Santo, le sfumature dei bisogni umani, meglio comprenderemo le sfumature del Vangelo. […]
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La Chiesa esiste ovunque nel mondo, per portarlo alla salvezza e dire l'abbraccio d'amore che permette a tutte le cose di esistere. Come abbiamo visto, questo costituiva un atteggiamento del tutto nuovo, o un atteggiamento ritrovato, e possiamo ben comprendere che il Concilio volesse consolidare questo nuovo atteggiamento in ogni modo possibile. E uno dei modi con cui il Concilio cercò di supportare questo nuovo atteggiamento della Chiesa di fronte al mondo fu proprio il ripristino del ministero diaconale.
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L'umanesimo sconvolgente del diacono (Annuncio)
di Gaetano Marino
Ci sono tanti input da parte della Chiesa che donano esaustivi orientamenti per essere segno e strumento dell'Amore profuso da Dio. Non può passare il Suo amore se non esiste il dono della prossimità, è qui che si gioca la credibilità della Chiesa. Convinti, che per non uniformarsi alla mentalità del mondo, bisogna eliminare le maschere di buonismo ed assumere responsabilmente quelle priorità che oggi si evidenziano maggiormente. Una risposta è leggere, studiare ed operare dove si manifestano, in modo particolare, i "segni dei tempi". Che cosa ne è della famiglia? Dei migranti? Del lavoro? Della vita socio-politica? Non penso che manchino modelli per operare, credo che ci voglia il coraggio di una presenza: «Andate, io sarò con voi fino alla consumazione del mondo».
Dopo questa premessa, è opportuno entrare nello specifico per comprendere la società come vive alla luce della verità di Cristo, avere la precisa volontà di esser presenza accettando le sfide odierne preferendo forme di relazioni che ci aiutino a vivere la missione; vivere un ministero nella Chiesa che senta, avverta, frema per uscire dalla sicurezza delle quattro mura e scoprire che dare un senso alla cristianità vissuta significa solcare nuovi campi che rappresentano la realizzazione, il contagio, coinvolgendo altre categorie di ministerialità che assimilano, vivono e si portano ad aiutare, a superare gli ostacoli umani mediante un'apertura che lasci presagire una presa di coscienza: un'adesione senza vincoli che non ostacoli ogni rapporto. Il diacono è chiamato a creare ponti e con la sua solerzia ne fa luogo d'incontro e di dialogo, egli partecipa più direttamente e concretamente ai problemi, alle angosce, alle attese, alle prove della gente in quanto le vive e ne è coinvolto in prima persona.
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