Domenica di Pasqua – Risurrezione del Signore (A)
Appunti per l'omelia
"È risorto! È vivo!". È l'annuncio che la Chiesa da duemila anni fa risuonare senza tregua, con una gioia incontenibile ed un entusiasmo dirompente, in ogni angolo della terra. La Pasqua per i credenti è la festa delle feste. È la festa della vita, di quella vita che non soltanto sfugge temporaneamente alla morte, ma riporta una vittoria piena e definitiva sul "nemico ultimo" e inesorabile degli uomini.
Il Signore Gesù è vivo non solo nel ricordo amoroso di una comunità che si richiama in qualche modo a Lui, vivo non solo nei poveri in cui Egli ha detto di identificarsi; ma è vivo, Lui in persona, corporalmente vivo in una umanità trasformata da Dio, con un cuore di carne che palpita per te, per me oggi.
Questo annuncio (cf At 10,37-43) parla appunto di Gesù di Nazaret, che passò facendo del bene a tutti, e che i nemici uccisero appendendolo a una croce. Tutto pareva finito e le immense speranze accese da quest'uomo sepolte con lui. Ma «Dio lo ha risuscitato al terzo giorno». C'è chi lo ha visto. C'è chi lo ha incontrato vivo: alcuni «testimoni prescelti da Dio», i quali hanno «mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti».
I due discepoli, che il mattino di Pasqua si recarono alla tomba (cf Gv 20,1-9), correvano stimolati dall'inquietudine e spinti dall'amore, ma con tanto buio nell'animo, il buio dell'incredulità. Una volta però entrati nel sepolcro, davanti a quelle bende che prima avevano avvolto il Crocifisso e ora giacevano lì, afflosciate, nella stessa posizione, davanti al sudario che rimaneva intatto senza più fasciare il capo di Gesù, ecco accendersi nel cuore del discepolo un'intuizione folgorante: «Vide e credette». Potremmo anche dire: cominciò a credere. È l'inizio di una fede che diventerà perfetta la sera di Pasqua, quando il Risorto incontrerà i discepoli, i quali «gioirono nel vedere il Signore».
Così per noi, se la fede pasquale nasce e cresce nel nostro cuore, tutto l'orizzonte della nostra vita si illumina!
E Gesù ripete anche a me, a noi, oggi: «Io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28,20). Lo ripete a ogni uomo e ogni donna che percorre instancabilmente tutte le strade, amico discreto e silenzioso di quanti cercano un senso alla loro vita e di quanti hanno smesso di cercarlo o non lo cercano ancora. «Sono con voi» ripete, mentre bussa tenacemente alle porte di tutti i cuori nella speranza di essere accolto.
Ma la risurrezione non è soltanto un avvenimento futuro che i cristiani attendono con fiducia. I cristiani sanno di essere risorti con Cristo nel Battesimo e di vivere già in comunione con Lui una vita nuova.
Il nostro cammino quaresimale ci ha portati qui, a incontrare il Risorto, a sentirci scoppiare in cuore la gioia di essere risorti con Lui. Ognuno può dire: io oggi "incomincio". Non importa se la vita prosegue con le sue sorprese e difficoltà. Io però mi sento nuovo. Sento che il Risorto cammina al mio fianco e io posso dialogare con Lui. È il Cristo giovane - duemila anni di storia non lo hanno invecchiato -, giovane come il mattino di Pasqua, l'amico di ogni momento. Una presenza che non ci verrà mai più tolta. E siamo sicuri che la mia vita, la nostra vita, non finirà in un naufragio totale. È l'esperienza che attende di essere testimoniata con coraggio ed entusiasmo. È il dono più grande che possiamo offrire a ogni persona che incontriamo e all'intera società.
Sì, perché augurando a ciascuno "Buona Pasqua!" (che è come dire "Cristo è risorto! - Sì, è veramente risorto!") comunico al fratello, e lui a me, la gioia di sentirci risorti con Cristo: Io sono risorto! Tu sei risorto! Io sono passato dal torpore e dalla grettezza a un dinamismo nuovo, dalla sfiducia al gusto e alla gioia di vivere, dalla morte alla vita.
È partecipare della gioia piena che il Risorto ci dona!
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Andate a dire: È risorto dai morti (Mt 28,7)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)
Commenti alla Parola:
• di Gianni Cavagnoli (VP 2014)
• di Marinella Perroni (VP 2011)
• di Enzo Bianchi
Grazie, don Dino!
RispondiEliminaAuguri anche a te, nella gioia che il Risorto ci dona!
Luigi