20a domenica del T.O. (C)
Appunti per l'omelia
Nel testo evangelico odierno (Lc 12,49-53) Gesù, come nel caso di Geremia di cui alla prima lettura (Ger 38,4-6.8-10), è consapevole che l'esercizio della sua missione è legato intimamente alla sofferenza; ma la sua decisione di rimanere fedele fino in fondo è ferma e incrollabile.
Gesù descrive così la sua missione: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra». Egli si considera il portatore del fuoco di Dio nel mondo. La sua venuta, la sua presenza può essere paragonata ad un fuoco che si espande rapidamente in un campo secco e dilaga sempre di più.
Ma che cos'è questo fuoco? Nell'AT simboleggia la parola di Dio pronunciata dai profeti e il giudizio di Dio che - come il fuoco - distrugge, divide i buoni dai cattivi, purifica. Soprattutto in Luca si tratta del fuoco dello Spirito Santo che Gesù risorto comunicherà. Lo Spirito, infatti, scenderà sui discepoli sotto forma di lingue di fuoco (cf At 2,3). In realtà il giudizio di Dio sul mondo è il dono del suo Spirito.
Questa missione di Gesù nei confronti dell'umanità, però, sarà resa pienamente possibile da un evento tragico che riguarda Lui stesso: «Ho un battesimo nel quale sarò battezzato…». Il verbo "battezzare" significa propriamente "immergere, sommergere nell'acqua". Gesù è consapevole che dovrà passare attraverso le onde della sofferenza e della morte. Scendere, non nel fango della cisterna come Geremia, ma sprofondare realmente nella morte, per poter poi risorgere. La sua morte non è la necessità imposta da un destino cieco e crudele, ma è il disegno del Padre, per la salvezza degli uomini, che Gesù accetta in una resa totale e incondizionata. Un'esperienza tutt'altro che indolore («…e come sono angosciato!...»). Questa morte d'amore sarà, però, seguita dalla risurrezione che scatenerà l'invasione dello Spirito e accenderà così il fuoco dell'amore. Si attuerà l'annuncio profetico del Battista: «Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (Lc 3,16).
Gesù attribuisce all'intero suo agire, all'intera sua presenza e persona il carattere del fuoco. Un fuoco che scuote dalla neutralità e dall'indifferenza, che vuole superare ogni freddezza e distanza. Dove Lui arriva, non lascia le cose come stanno. Tutto ciò che Egli fa e dice mira a provocare un incontro intenso e decisivo con Lui. Ma proprio da qui nascono divisioni e discordie, fino alla divisione all'interno di una stessa famiglia.
Ed a seconda della diversa presa di posizione personale nei confronti di Lui, i membri di una stessa famiglia, che per natura sono intimamente legati fra loro, si dividono.
Gesù non ha la missione di trasformare con un colpo di bacchetta magica il cuore degli uomini. Ma, nel rispetto della nostra libertà, ci invita alla conversione. Ci chiama a deciderci per Lui.
In che modo convertirci seriamente a Gesù? L'impegno sarà raccogliere il suo immenso desiderio: che cioè il fuoco da Lui portato - il fuoco dello Spirito, il fuoco dell'amore - divampi dovunque, nella nostra vita anzitutto.
"Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!", ha detto santa Caterina da Siena.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Sono venuto a gettare fuoco sulla terra (Lc 12,49)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)
Commenti alla Parola:
• di Marinella Perroni (VP 2013)
• di Enzo Bianchi
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