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martedì 4 settembre 2012

La figura del diacono nelle omelie del card. Martini


Nel numero 174 della rivista Il diaconato in Italia viene pubblicato un articolo di Renato Locati, diacono della chiesa ambrosiana, dal titolo La figura del diacono nelle omelie del card. Martini.
Riporto alcuni stralci delle omelie, rimandando per l'intero articolo al mio sito di testi e documenti.

«I diaconi permanenti in mezzo a noi rappresenteranno un segno grande e visibile dell'opera dello Spirito santo nel Concilio Vaticano II. Voi state per entrare in quella schiera di uomini santi (Stefano, Lorenzo, Vincenzo), che agli inizi della Chiesa sono detti, dal libro degli Atti degli Apostoli, "pieni di Spirito e di saggezza" (At 6, 3). In questo Spirito e in questa saggezza voi sarete servi dei misteri di Cristo e, nello stesso tempo, servi dei vostri fratelli e sorelle in questa Chiesa locale per la sua costruzione ed edificazione nella carità. Il vostro non è uno dei tanti ministeri, ma deve essere come lo definì Paolo VI: "la forza motrice" per la diaconia della Chiesa. Con l'ordinazione dovrete essere segni viventi del servizio del Cristo alla sua Chiesa».

«Questo [del vescovo, ndr] è il ministero di Gesù, è la gloria di Gesù, è l'unico servizio pastorale pieno e definitivo, che è fatto da Dio stesso, da Gesù per la sua Chiesa. Ed egli, nella sua bontà, ci associa a tale ministero, che è anzitutto e primariamente suo; ha associato a sé san Carlo […]; associa me, tutti i miei collaboratori, Vescovi ausiliari, Vicari episcopali, sacerdoti; associa oggi anche voi. Il diaconato infatti vi conferisce una partecipazione privilegiata al ministero della Chiesa, che è totalmente relativo al ministero di Gesù e fa voi diaconi a imitazione della diaconia di Cristo Signore crocifisso e risorto in favore della sua Chiesa».

«Io confido molto nel futuro della nostra Chiesa dalla moltiplicazione del ministero diaconale in mezzo al popolo di Dio. La presenza capillare vostra e di altri Diaconi permanenti che si impegneranno a vivere in mezzo alla gente farà di noi una Chiesa sempre più mossa e guidata dallo Spirito del Risorto, una Chiesa capace di promuovere un discernimento realistico sulle condizioni positive e negative della fede oggi».

«In un mondo dove la mediocrità avanza - come scrivo nella mia ultima lettera pastorale sulla Trinità -, in un mondo dove il calcolo egoistico prende il posto della generosità, l'abitudine ripetitiva e vuota rischia di sostituire la fedeltà vissuta come continua novità del cuore e della vita, voi volete donare a tutti gratuitamente ciò che gratuitamente vi è stato dato, volete testimoniare la bellezza di una vita disponibile verso gli altri, di una vita che si dona ai fratelli, sull'esempio di Gesù. La gente che avvicinerete, le persone che incontrerete nel vostro ministero e anche nel vostro lavoro quotidiano, le comunità a cui sarete inviati, vedranno in voi la carità infinita di Gesù, la sua assoluta disponibilità, vedranno l'amore del Padre che perdona e salva; dovranno percepire nella vostra testimonianza di servizio una gioia sorgiva e attraente».


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