Festa di Cristo Re
Appunti per l'omelia
Alla conclusione dell'anno liturgico la liturgia pone l'accento sulla Regalità di Gesù.
Viene spontaneo chiedersi in che cosa consista questa essere Re di Gesù: è una regalità accostata al suo essere Sacerdote e Profeta.
Gesù è Profeta perché è la manifestazione della Parola di Dio, Lui stesso Parola del Padre. Ci dice chi è Dio e Dio è Amore!
Il momento culmine di questa manifestazione di Dio, dell'amore di Dio, è sulla Croce. Gesù è Sacerdote perché ha offerto al Padre, non qualcosa come i sacerdote del suo tempo, ma se stesso.
Il "laico" Gesù ha espresso pienamente il suo essere Sacerdote nell'offerta di sé, quale "vittima di espiazione"… in Croce.
Gesù è Re perché ha dato la sua vita per ciascuno di noi: sulla croce c'era infatti la motivazione della sua condanna.
Questo suo modo di essere Re potrebbe sembrare di non immediata comprensione per una mentalità moderna. In realtà l'essere Re di Gesù trova la sua espressione vera nel suo essere Servo.
Sappiamo che i discepoli volevano sapere "chi fosse il più grande" fra di loro e sappiamo pure la risposta di Gesù: voi sapete che i grandi hanno il potere sulle nazioni e le dominano… Ma fra di voi non è così! Il più grande fra voi sarà il più piccolo e il servitore di tutti, nella maniera del Figlio dell'Uomo che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per tutti.
Chi ha autorità è al servizio!
Gesù ha "servito", offrendo la propria vita: Gesù è Re per questo!
E il suo Giudizio alla fine del tempo sarà solamente sull'Amore, perché solo l'amore rimane, consegnando così al Padre, ricapitolando in sé ogni cosa, il suo Regno d'amore. Un regno non fatto solo di cose materiali, ma soprattutto di persone, di persone in rapporto d'amore: Gesù consegnerà a Dio Padre tutte le genti rinnovate, la cui espressione di vita sarà l'amore.
Dio, che è Amore, può riconoscere e ricevere solo ciò che è Amore: noi appunto saremo giudicati sull'amore.
Nella scena del giudizio finale, quando saremo giudicati sul nostro essere carità nei confronti dei nostri fratelli, la cosa che più sorprende è il fatto che Gesù si identifica con ciascuno di noi. È noi!
È vero: noi diciamo che Lui ritiene fatto a sé qualsiasi cosa fatta al nostro prossimo; ma non nel senso semplicemente umano , come per esempio il marito che ritiene fatto a sé quanto fatto alla moglie e viceversa. Gesù si identifica realmente con ciascuno di noi. Ha assunto realmente tutto di me!
"IO avevo fame… e MI hai dato da mangiare…".
"Io" esprime il soggetto! Come a dire che Gesù e noi siamo un'unica Realtà, un'unica Persona.
Alla fine, Gesù consegnerà al Padre solo se stesso!
E il Padre vede solo il Figlio!
La peculiarità del Regno di Gesù è questa: la realtà dei nostri rapporti rinnovati, che a loro volta rinnovano tutto l'universo.
La nostra parte è semplicemente quella di "essere" concretamente questi rapporti rinnovati, perché la Regalità di cui Gesù parla possa esprimersi in quella diaconia che è servizio reciproco, a livello personale e collettivo: una regalità-servizio che si esprime nella fraternità universale, affinché "tutti siano una cosa".
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