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venerdì 10 luglio 2009

Continuare la sua missione

12 luglio 2009 – 15a domenica del Tempo ordinario (B)

Parola da vivere

Chiamò a sé i Dodici (Mc 6,7)


Si dice che la nostra vita è vocazione. Ma cosa significa questa parola? Vocazione è l'accettazione di un dialogo in cui non dico io né la prima né l'ultima parola: io devo rispondere. L'importante per me è accettare il dialogo. Per far questo non c'è altra via che prendere sul serio la parola di Dio come Parola, lasciarla parlare, dare ad essa il primato e poi rispondere. Prendere sul serio la Scrittura come parola detta a me. È successo anche agli apostoli.
Erano tra la folla quel giorno mentre seguivano Gesù che insegnava. Ad un certo punto Gesù si rivolge a loro, li chiama. Essi prontamente rispondono e accettano l'incarico: sono mandati a "moltiplicare" l'azione di Gesù, ad essere messaggeri di Dio come lui stesso.
Anche noi siamo chiamati. Abbiamo la gioia e la responsabilità di essere fra coloro che hanno risposto. A noi ora tocca il compito di continuare la missione di Gesù. Conosciamo quell'antica preghiera che dice: "Cristo non ha mani, ha le mie mani per aiutare gli uomini oggi... Cristo non ha piedi, ha i miei piedi per camminare sulle strade del nostro mondo...". E potremmo continuare. Siamo chiamati per essere mandati: chi ci incontra possa incontrare una persona che rende manifesto l'agire di Dio oggi.

Testimonianza di Parola vissuta


Un nostro vicino ha avuto un gravissimo ictus. La moglie era incinta e il primo figlio di soli 13 anni era legatissimo al padre. Non avevamo una particolare confidenza con loro, ma ci è sembrato logico andare a trovarli. In quel breve colloquio a un certo punto lei mi ha guardato e mi ha detto: «lo non so pregare, ma ti chiedo di farlo per me».
La notizia aveva commosso tutti e a mia moglie è venuta l'idea di proporre ai vicini di casa di trovarci a pregare per loro. lo ero un po' scettico, ma sono andato a dirlo a qualcuno del palazzo.
Abbiamo cominciato in tre famiglie poi è stato bellissimo vedere come ci si organizzava nel palazzo per partecipare: preparando la cena per tempo, aprendo le case per accogliere i bambini... Il giorno prima della partenza di Luca per il cielo eravamo in 12 famiglie a dire il rosario. Al funerale c'era un'aria di famiglia. Quel dolore ci univa. Siamo passati da un buon vicinato a un rapporto di amicizia che è si aperta in modo speciale con l'arrivo della piccola di Luca: frutta, dolci, vestitini, giochi, aiuto discreto.

(K.J.B., Svizzera)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola)

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