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mercoledì 5 novembre 2008

La differenza

Mi sono incontrato con alcune persone che mi hanno chiesto in che cosa consista la differenza tra quello che può svolgere un semplice laico impegnato in parrocchia e un diacono. Ho cercato di rispondere…
Colgo l’occasione di questo avvenimento per riflettere ancora sulla presenza sacramentale del diacono. Ne ho già parlato altre volte, anche recentemente (vedi “Il diacono, sacramento di Cristo” del 27/10/2008), come anche nell’intervento apparso sulla rivista “Il diaconato in Italia” e riportato in questo blog (vedi “Secondo l’amore trinitario” del 17/05/2008).

Ora mi piace soffermarmi sul fatto che una “presenza” sacramentale di Gesù in seno alla comunità ha una sua valenza particolare in quanto è portatrice in sé di una grazia speciale, non solo per il soggetto, ma per la comunità dove è inserito. Questo vale per ogni sacramento: è un dono per la persona ed un dono ed una presenza di Cristo nella comunità.
Tutti fanno le medesime cose, ma non tutti allo stesso modo e con le stesse finalità specifiche.
Mi è venuto spontaneo chiedere al mio interlocutore che differenza passi tra una coppia sposata, il cui legame non è suggellato da un sacramento, ed un’altra che sceglie di vivere il proprio matrimonio come sacramento.
A prima vista la domanda potrebbe sembrare banale, ma non lo è.
Si intende che le persone interessate, in entrambi i casi, vivono intensamente il loro legame d’amore e non scelgono soltanto per tradizione.
La differenza (non l’unica, ma la più immediata) è che gli sposi cristiani vivono la loro coniugalità come segno sacramentale di Cristo, presenza di Lui che, nella coppia, dice alla comunità come è stato ed è il Suo Amore per la Chiesa e quindi per l’umanità. Non serve soltanto ad aiutarti ad essere fedele al proprio coniuge (aspetto importantissimo, ma non sufficiente e molto riduttivo), dato che è dell’amore, se pienamente vissuto, l’essere fedeli (e lo sono, anche i non cristiani…).
Tutti vivono lo stesso matrimonio, e bene, ma non tutti con la stessa finalità in rapporto alla collettività.
Così è del diacono in rapporto al laico.
Si riceve una grazia, iniziativa gratuita di Dio (alla quale la persona interessata aderisce con tutta se stessa, conformandosi al disegno di Dio), per essere noi stessi, a nostra volta, dono agli altri per formare l’unico corpo di Cristo.


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