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venerdì 21 dicembre 2012

Lì, dove fiorisce la gioia


4a domenica di Avvento (C)

Appunti per l'omelia

Ormai il Natale è alle porte e la Parola di Dio ci svela alcuni tratti del grande Festeggiato che ci prepariamo ad incontrare.
Già il profeta Michea (5,1-4) annuncia il suo paese natale, Betlemme, un umile villaggio della Giudea, da dove uscirà «il dominatore di Israele», colui che assicurerà la pace, anzi, «egli stesso sarà la pace!», «fino agli estremi confini della terra». La promessa di Michea alimenta l'attesa del Messia e anche, sia pure in maniera oscura, di sua madre: «colei che deve partorire partorirà».
Il misterioso evento di colui che attendiamo e deve venire si realizza, primariamente, nell'eternità di Dio, dove in un vertiginoso dialogo d'amor il Figlio, prima di iniziare la sua avventura terrena, accetta di incarnarsi e di adempiere la sua missione fra gli uomini. Con un atto di perfetta ubbidienza al Padre, accetta di fare della sua vita un sacrificio esistenziale che culminerà con la sua morte-risurrezione: «Ecco io vengo per fare la tua volontà» (Eb 10, 7 e 9).
Questo infinito "sì" d'amore a Dio e agli uomini trova eco sul versante umano in un altro "sì" perfetto di ubbidienza e di amore: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38). L'incontro di due "sì" ha reso possibile il miracolo del Natale. L'«Eccomi!» del Figlio, pronunciato dall'eternità accompagnerà Gesù in ogni momento della sua esistenza e raggiungerà il suo vertice nel sacrificio della Croce. Così pure l'«Eccomi!» di Maria, che esprime la sua fede ubbidiente, risuonerà senza sosta nel suo cuore durante tutta la sua vita e sarà perfetto quando essa si troverà associata intimamente al sacrificio del Figlio sul Calvario.
Nella cornice dello svelamento di questo mistero d'amore vediamo, nel racconto evangelico odierno (Lc 1,39-45), l'incontro di Maria con la cugina Elisabetta. Il vero protagonista è Gesù, dove Maria è presentata come inseparabilmente congiunta con Lui, limpida trasparenza di Cristo.
Le parole di Elisabetta proclamano ciò che Dio ha operato in Maria. Le promesse di Dio si stanno compiendo. Il Messia è ormai presente nel mondo, anche se nascosto nel grembo della madre. L'attesa del Salvatore che i profeti avevano tenuto accesa per tanti secoli, ora palpita nel cuore di una giovane donna. Così, il viaggio di Maria evoca il viaggio dell'arca dell'Alleanza: Maria è la nuova e vera "arca dell'Alleanza", il luogo, cioè, della presenza viva di Dio in mezzo al suo popolo. Giovanni Paolo II, nell'enciclica sull'Eucaristia, definiva Maria "donna eucaristica": «Quando, nella visitazione, porta in grembo il Verbo fatto carne, ella si fa, in qualche modo, tabernacolo, il primo tabernacolo della storia, dove il Figlio di Dio, ancora invisibile agli occhi degli uomini, si concede all'adorazione di Elisabetta, quasi irradiando la sua luce attraverso gli occhi e la voce di Maria» (EdE 55).
Colei che si è dichiarata "la serva del Signore" si mette in viaggio, «in fretta», perché chi ama non indugia. Elisabetta riconosce la realtà vera e profonda della giovane cugina: «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?»; «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!»; «Beata colei che ha creduto».
Se Dio ha ricolmato di grazia Maria, rendendola "Madre del Signore", la risposta di Maria è la fede: "Beata colei che crede!". È la prima beatitudine che risuona nel Vangelo e sarà l'ultima, sulle labbra del Risorto (cf Gv 20,29). Il vero motivo della gioia, che risuona in questo incontro, è l'amore benevolo e fedele di Dio, sperimentato da Maria nella fede. Nel canto di giubilo incontenibile di Maria possiamo cogliere e fare nostra la sua esperienza di fede, che è frutto dello Spirito Santo disceso su di lei. È Gesù infatti la gioia inesauribile di Maria. Ella esulta davanti al Signore e lo loda per il dono che le ha concesso.
Tutto in questo incontro si compie in una atmosfera di gioia contagiosa, frutto della comunione nella fede e nella carità fra le due madri, ma prima ancora della presenza del Salvatore nel grembo di Maria.
Ecco il nostro "dover essere", la nostra realizzazione piena: dovunque arriva un cristiano, nel quale vive Gesù come in Maria, lì fiorisce la gioia!



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Beata colei che ha creduto (Lc 1,45)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)

Commenti alla Parola:
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Enzo Bianchi


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