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venerdì 16 ottobre 2009

Al servizio di tutti

18 ottobre 2009 – 29a domenica del Tempo ordinario (B)

Parola da vivere


Chi vuole essere il primo tra voi
sarà schiavo di tutti
(Mc 10,44)


Tutte e tre le letture di oggi pongono l'accento sull'annuncio messianico di Gesù, inteso non come dominio, ma come servizio.
Gesù si identifica nel Messia, predetto dai profeti e atteso da secoli, che era venuto a liberare il popolo non con la forza, ma condividendo i loro dolori fino a offrire in sacrificio la propria vita.
Questa visione di un Messia che non si impone con la forza, mette in crisi anche Giacomo e Giovanni. Gesù dà allora ai suoi discepoli e a noi una lezione di vita: "Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita". Questo è lo stile di vita dei suoi discepoli. Questa è la vera grandezza: mettersi al servizio di tutti. Dice loro Gesù: "Chi vuole essere primo tra voi, sarà schiavo di tutti".
Viene da pensare a Gesù che nell'ultima cena lava i piedi agli apostoli, gesto che nell'antico Israele non poteva essere imposto neanche agli schiavi tanto era umiliante. E invece dice: "Se io, che voi chiamate maestro e signore, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri".
Il metterci al servizio della gente è per noi un contribuire con Gesù alla salvezza di tutti.


Testimonianza di Parola vissuta


C'è all'ospedale una giovane colombiana che ha tentato il suicidio. Io abito in Italia da diversi anni, ma sono colombiana, quindi parlo la sua lingua. Per questo mi hanno chiesto di andarla a trovare.
Pur con qualche timore, vado a fare la sua conoscenza e, dopo i primi momenti di diffidenza vedo affiorare in quella ragazza il desiderio prepotente di vita che si apre al colloquio, allo sfogo.
Vado a casa, coinvolgo marito e figli che subito prendono a cuore la cosa: chi va a parlare con i medici, chi porta alla ragazza biancheria, oggetti da toilette e quanto le serve; chi inizia la ricerca di un lavoro e di un posto dove farla abitare appena dimessa dall'ospedale.
Pian piano quella creatura avvilita e priva di speranza, riacquista salute e fiducia. Il rapporto con me e la mia famiglia si rafforza e continua. Non è più sola, non è più in un paese straniero.

(T.R., Italia)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, esperienza in parrocchia)

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