Riprendendo il Messaggio di papa Francesco sulla Quaresima, cerco di rimettermi nella disposizione di vivere "più intensamente" questo "momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio".
L'invito del papa non lascia dubbi: ha "voluto sottolineare il primato dell'ascolto orante della Parola, in specie quella profetica".
Parola e Misericordia sono i due poli su cui scorre l'annuncio e l'accoglienza dell'Amore del Padre, un annuncio di cui "ogni cristiano è chiamato a fare esperienza in prima persona".
Accogliere la Parola e farne esperienza sotto la guida dello Spirito Santo...
È lo Spirito che parla, illumina, evangelizza, annuncia, feconda, dà vita…
Maria, dice Francesco, nel "Magnificat canta profeticamente la misericordia con cui Dio l'ha prescelta", perché lei ha "accolto la Buona Notizia a lei rivolta dall'arcangelo Gabriele".
Maria, "icona perfetta della Chiesa che evangelizza perché è stata ed è continuamente evangelizzata per opera dello Spirito Santo, che ha fecondato il suo grembo verginale".
Maria, grande perché tutta rivestita della Parola di Dio; madre perché ha generato la Parola; prima apostola perché ha annunciato, dopo la visita dell'angelo, la misericordia di Dio, che si estende di generazione in generazione.
La misericordia, termine che ha strettamente a che fare con le "viscere materne"; e "che si esercita all'interno delle relazioni coniugali e parentali".
Ora la misericordia di Dio si è manifestata a noi in pienezza in Gesù crocifisso. In Lui "Dio arriva fino a voler raggiungere il peccatore nella sua più estrema lontananza, proprio là dove egli si è perduto ed allontanato da Lui". E questa misericordia di Dio "trasforma il cuore dell'uomo e gli fa sperimentare un amore fedele e così lo rende a sua volta capace di misericordia", "motivandoci all'amore del prossimo e animando le opere di misericordia corporali e spirituali", con "atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo". Così, non separando mai le opere di misericordia corporali da quelle spirituali, saremo portati a toccare "nel misero la carne di Cristo crocifisso", ricevendo così, noi peccatori, il dono della "consapevolezza di essere noi stessi poveri mendicanti".
Solo nell'amore di Cristo crocifisso troviamo "la risposta a quella sete di felicità e di amore infiniti che l'uomo si illude di poter colmare mediante gli idoli del sapere, del potere e del possedere".
E Gesù, "nel povero continua a bussare alla porta del nostro cuore".
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